Non si ferma l’agitazione dei pescatori in sciopero dal 26 settembre contro le norme europee. Nei giorni scorsi la protesta si è estesa anche alla Sicilia e alla Calabria. Dopo il blocco della statale 106 avvenuto per mano di centinaia di manifestanti, venerdì scorso a Corigliano, in provincia di Cosenza, lunedì 14 ottobre i PESCATORI TORNANO A MANIFESTARE A BARI con un presidio sotto la REGIONE PUGLIA dalle ore 10 alle ore 13.
I lavoratori delle Imprese di Pesca insieme agli Armatori chiedono da giorni un incontro con le autorità italiane affinché si facciano
portavoce a Bruxelles dei disagi provocati dalle leggi comunitarie. Tra i provvedimenti più ottusi in vigore, quello che impone una dimensione della maglia troppo larga e non adatta al nostro mare. Le dimensioni dei nostri pesci adulti sono di molto inferiori a quelle imposte dai limite dall’Unione Europea. I totani, merluzzi, moscardini, gamberi e altre delizie che vengono pescati con lo strascico
non sarebbero nei piatti di tutta Italia – sostengono i pescatori di Manfredonia – se seguissero alla lettera le normative europee.
L’ A.P.M.P. – Associazione Pescatori Marittimi Professionali – già da anni sostiene il fatto che occorre istituire un “vero” Osservatorio della Pesca Italiana per l’ Europa, quindi utile a dare le giuste e dovute informazioni al Parlamento Europeo che magari non conosce le realtà dell’intero territorio nazionale che si differiscono di molto dalle realtà di Pesca Oceanica e delle grandi navi industria.
I pescatori sono i primi tutori e custodi del mare, conoscono più di altri le soluzioni per la difesa dell’ambiente e per la riproduzione ittica, ma, purtroppo, mai nessun pescatore vero è stato “interpellato” per dare idee e suggerimenti che spesso vanno oltre certi tipi di studi spesso “pilotati” o non conformi alla verità.
In Italia spesso si è pensato a distribuire soldi a pioggia per finanziare progetti di promozione del pescato, per la creazione di marchi di qualità del pescato – spesso sconosciuti agli stessi operatori e consumatori, ma in effetti non si è mai valutata l’ipotesi di sviluppo delle risorse ittiche, di sviluppo delle imprese di pesca e dei lavoratori, di giusta tutela dell’ambiente marino (si ricorda ad esempio che in Sicilia erano stati istituiti n. 12 Consorzi di Ripopolamento Ittico – pure in montagna – e, costavano oltre n. 2 milioni di euro all’anno senza avere mai avanzato alcuna proposta concreta, se non la gestione di Fondi per la promozione del “Pescato di Sicilia” – marchio che ha ottenuto oltre n. 100 milioni di Euro).
La Federazione Armatori Siciliani sentiti gli armatori della Sardegna, della Calabria e della Puglia ha programmato per martedì 15 ottobre un’assemblea all’interno del Porto di Catania al fine di valutare ipotesi di manifestazioni di protesta a sostegno dei colleghi di Manfredonia e dell’intera Puglia.
Pescatori e Armatori chiedono alla politica maggiore rispetto e, non vogliono più essere manovrati da strategie di bandiera.
Al Comparto Pesca serve solo un piano di programmazione, diritto al futuro e serietà
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