Un articolo sulle infiltrazioni mafiose? Signornò. Vi deludo. Le infiltrazioni sono piuttosto quelle delle acque piovane che danneggiano la Chiesa madre di Misterbianco, ormai chiusa da tempo.
In attesa che quell’edificio venga riaperto al culto, si riconsideri la statua della Madonna delle Grazie, collocata all’interno della chiesa. Quest’opera in marmo, di grandi dimensioni e pregevole fattura, proveniente dall’antico paese distrutto dalla lava nel 1669, conserva ancora dei segreti: quando fu eseguita? Chi ne fu l’autore? Chi la colorò, nascondendo il nitore della pietra?
Una risposta, forse definitiva, a queste domande la fornì centosessanta anni fa Antonino Allegra, un pittore misterbianchese che, dopo aver effettuato in loco ricerche archivistiche, carte alla mano affermò che quella statua fu eseguita nel 1589 dallo scultore Francesco Mendola, mentre la manomissione con il colore risale al 1776, quando venne ridipinta la cappella che ospitava la statua.
Queste informazioni sono degne di fede. Antonino Allegra non era certo un incompetente! Autore di dipinti su incarico ecclesiastico (chiesa S. Giuseppe nel suo paese; chiesa Francesco all’Immacolata, nell’omonima piazza catanese) fu docente di Disegno al Collegio Cutelli; indirizzò anche suo figlio all’arte – il canonico / pittore Tullio Allegra (1862-1934) – e fu amico di Melchiorre Galeotti (1824-1870).
Quest’ultimo, esperto di scultura rinascimentale, fu autore nel 1860 del saggio “Preliminari alla storia di Antonio Gagini”: qui, a p. 103, cita la scoperta archivistica fatta a Misterbianco da Allegra (vedi immagine allegata a questo articolo).
La pubblicazione di Galeotti divenne un punto fermo. Gli storici dell’arte – a cominciare da Gioacchino di Marzo, fin dal 1862 – continuarono a ripetere che la statua della Madonna delle Grazie della Chiesa madre di Misterbianco risale al 1589 ed è opera dello scultore Francesco Mendola, un allievo sconosciuto del celebre Gagini.
Nonostante tante pubblicazioni a stampa, ormai quasi bicentenarie, nel web gli svogliati compilatori ignorano il bistrattato nome di Francesco Mendola e continuano a definire la statua di Misterbianco genericamente “gaginesca”. Pigri!
Una attenta analisi stilistica della statua fu compiuta nel 1928 da Enzo Maganuco (1896-1968) – storico dell’arte, divenuto consuocero del duca di Misterbianco – che definì il Mendola “fiacco nella scalpellata e nel valore tattile delle masse”.
Allo stesso Mendola, intanto, cominciò ad essere attribuita anche la statua di S. Filippo, ad Agira. Che quella di Misterbianco sia datata e firmata lo si legge in una recente pubblicazione ( “Scultura del Cinquecento”, di F. Negri Arnoldi, 1997, p. 79) ma non lo crede affatto chi ha avuto modo di vedere da vicino la statua.
Soltanto la riapertura della Chiesa madre (ma quando avverrà? Quando saranno eliminate le infiltrazioni?) potrà accertare o escludere la presenza di data e firma. Nell’attesa di sciogliere questo piccolo mistero con l’aiuto di fotografie ravvicinate, comprese quelle alla base di appoggio della statua, segnaliamo la manifestazione -Antico Misterbianco: gli Antenati si “Rivelano” e ti portano un Dono – che si terrà giovedì 31 ottobre. Sarà quella una occasione di confronto per riparlare della statua della Madonna delle Grazie, scampata alla lava di 350 anni fa.
Ringrazio il signor Murabito per le informazioni che mi ha dato; dedico questo articolo alla memoria di Antonino Blandini e monsignor Gaetano Zito.
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