Sfratti-Pignoramenti è il binomio costante che mette in risalto la politica abitativa in Sicilia, e a Catania in modo particolare. Stando ai numeri del “binomio” si potrebbe tranquillamente affermare che siamo di fronte ad un catastrofico fallimento politico: a Catania, nell’ultimo anno, ci sono stati 2600 sfratti, in tutta la Sicilia 7200. In realta’ la situazione è ancora più grave, perché siamo di fronte ad una totale assenza da parte delle istituzioni comunali e regionali.
A Catania non esiste alcun Piano comunale abitativo, di fatto, da tempo l’Istituto Autonomo Case Popolari risulta non pervenuto.
Le graduatorie per l ‘assegnazione di una casa popolare (ma, a Catania, ci sono case popolari popolari da assegnare?) sono dei rebus da “strizza cervelli”, la questione abitativa è affrontata come un’ emergenza esplosa all’improvviso, dando vita a fantomatiche “cabine di regia”, dove le registe e i registi, in gran parte, sono coloro – dagli amministratori comunali ai rappresentanti di quei sindacatii che hanno avuto assessori in giunta – che, da decenni, hanno certamente contribuito all’ esplosione dell’attuale “emergenza casa”. Questa è la città dove il “Palazzo di cemento” di Librino , da sempre, è puntualmente utilizzato – sta accadendo anche in queste ore – come referente per promettere un tetto a chi non ha un tetto, e che, magari , dorme con la famiglia dentro l’abitacolo della propria auto o in un garage o in un sottoscala. Referente ghiotto , utilizzato nelle illusorie “cabine di regia” .
In questo contesto, da oltre un anno ASIA , Associazione Inquilini e Abitanti, dell’USB chiede al Comune, alla Prefettura e all”IACP di essere convocata ogni qualvolta venga trattata la questione abitativa. Nessuno degli enti interessati ha mai risposto alla nostra legittima richiesta , mentre continua la consueta routine delle cabine di regia, delle conferenze autoreferenziali e della strumentalizzazione del disagio sociale, della povertà, con il miraggio di un appartamento nel Palazzo di cemento.
Chiedendo, per l’ennesima volta , al Comune, alla Prefettura e all’IACP di convocarci siamo decisi ad adottare forme pubbliche di protesta, se continua a persistere questo vero e proprio atto di censura nei confronti di ASIA USB, che nella pratica di tutti i giorni, è anche il sindacato casa più rappresentativo in Italia.
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