Il PCI ha ricordato Ho Chi Minh a 50 anni dalla sua morte con una iniziativa che si è svolta – con grande adesione di simpatizzanti – all’Ostello degli Elefanti, di via Etnea 28.
All’incontro catanese hanno partecipato i vertici regionali e nazionali del partito. Ospite e relatore Nguyen Van Dung, consigliere dell’Ambasciata della Repubblica Socialista del Vietnam, che è stato accolto molto calorosamente. Le sue parole, tradotte da una interprete in giallo e ipertecnologica, hanno avuto il sapore di un qualcosa che va al di là della nuda cronaca.
Anche i quotidiani online del Vietnam hanno pubblicato il resoconto dell’incontro catanese che, per ironia della sorte, è avvenuto all’interno di un salone aristocratico, al piano nobile di un antico palazzo, tra specchi dorati e saloni affrescati testimoni di tramontate gerarchie sociali: adesso però il palazzo dei deprecati padroni affamatori – come dimostrava il dispiegamento di bandiere rosse con falce e martello- è al servizio del popolo e contro l’imperialismo capitalista.
Il comunicato stampa diramato per l’occasione dal PCI (vedi pagina fb di Luca Cangemi della segreteria nazionale), recita:
“Ho Chi Minh è una delle più grandi figure del ‘900 per quello che ha fatto e per quello che ha rappresentato. Militante rivoluzionario in quattro continenti, dirigente dell’internazionale comunista, guidò la lotta del popolo e del partito comunista vietnamita per l’indipendenza e il socialismo, affrontando vittoriosamente il militarismo giapponese, il colonialismo francese, l’imperialismo degli Stati Uniti. E ponendo le basi per la liberazione finale del Vietnam, avvenuta pochi anni dopo la sua scomparsa nel 1975. La sua figura e la sua lotta divennero nella seconda metà del xx secolo un simbolo straordinario che animò le lotte di liberazione dei popoli di Asia, Africa, America latina e la rivolta dei giovani occidentali contro le classi dominanti. Ricordare oggi Ho Chi Minh, a 50 anni dalla morte, significa non solo opporre la verità storica alla campagna di calunnie anticomuniste partita dal Parlamento Europeo ma riflettere su una lezione fondamentale, l’intima connessione tra autodeterminazione dei popoli e liberazione sociale, in un periodo in cui è assai forte la minaccia di imperialista con i suoi corollari di guerra, razzismo, sfruttamento”.
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