Al Teatro Massimo Bellini lo scorso concerto sinfonico corale è stato diretto con tecnica pulita (si sentivano bene tutte le note) dalla grintosa Elda Laro, che nei giorni successivi, salutando con un arrivederci Catania, città nella quale ha vissuto, ha scritto su facebook: “Musica, tu penetri in me rapida come la folgore e a me dai vita, la gioia di far musica insieme a belle persone che vogliono condividere insieme a te gli stessi sentimenti e disideri. La musica ha un grande potere. Ti riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così provi nello stesso tempo nostalgia e speranza”.
Sempre in facebook, la brillante Elda Laro ha ringraziato tutti: il direttore artistico del Teatro e il direttore musicale; “i bravissimi ed energici” artisti del coro (ai quali ha riconosciuto efficace e meticolosa preparazione) e il loro direttore; “i magnifici artisti orchestrali” che l’hanno accolta a braccia aperte e sostenuta dalle prime alle ultime note con tanto amore per la musica. Un ringraziamento, infine, ha anche rivolto al giovane ma affermato pianista Alberto Ferro (“meraviglioso ed eccezionale” esecutore del concerto n. 2 di Beethoven) e alle quattro voci soliste che – dice – le hanno regalato una “immensa gioia” cantando la Messa dell’Incoronazione di Mozart: Gonca Dogan soprano, Maria Russo contralto, Andrea Bianchi tenore e Francesco Verna basso.
I sentimenti di gratitudine espressi da Elda Laro – nata a Scutari come il più celebre condottiero albanese – sono stati ricambiati, sempre su facebook, dagli artisti del TMB, che ammirano la determinazione e l’intraprendenza, le idee chiare e la positività di Elda Laro (pianista poi passata alla conduzione). Tutto bene, dunque? Tutto perfetto anche alla prova del pubblico? In realtà no: qualcosa non ha convinto alla prima del concerto (non so in replica); forse avrebbe giovato un maggiore senso del ritmo; la lentezza eccessiva dell’Adagio beethoviano ha spezzato il discorso musicale con movimenti frantumati.
Il progamma di sala è stato comunque di indubbio interesse con la Messa dell’Incoronazione che mostra un Mozart in gran forma ed è accattivante fin dal primo ascolto.
La coposizione di Beethoven, da parte sua, offre spunti di interesse giacché fu eseguita a Vienna, nel 1795, con il musicista che si presentò in pubblico per la prima volta, nella doppia veste di pianista e di compositore, in una serata di beneficenza a favore delle vedove e degli orfani di guerra; però – se si esclude il trotterello del primo movimento che ricorda vagamente una marcia militare – la composizione non ha niente di marziale: piuttosto la musica è piena di brio e galanterie, con una leggerezza più adatta alle vedove allegre che a quelle afflitte.
Che incasso fece l’impresario del teatro viennese nel lontano 1795? I giornali dell’epoca ci informano che il venticinquenne Beethoven ottenne l’applauso unanime del pubblico; lo stesso concerto, adesso, ha confermato anche il successo del ventitrreenne pianista Alberto Ferro che, con il suo rigore classico, con il suo stile equilibrato e razionale, al TMB ha ricevuto applausi e tre chiamate sul palco, concluse con il bis: la Polka di Shostakovich.
Fuori dal teatro, a fine spettacolo, volantinaggio dei rappresentanti delle diverse sigle sindacali del TMB, con opera di sensibilizzazione per annunciare una manifestazione indetta a sostegno dei lavoratori. All’insegna del motto “Vieni anche tu: unisciti al Teatro” invitano i cittadini a partecipare alla Marcia per il Bellini, che si terrà appena miglioreranno le attuali condizioni meteo. Il corteo partirà da piazza Stesicoro ed arriverà in piazza Università. Ci si aspetta la presenza massiccia della cittadinanza e dell’associazionismo. Firmano l’iniziativa FISTel, UGL, USB, SNALV, FIALS, CGIL, UILCOM, LIBERSIND.
Lascia un commento
You must be logged in to post a comment.