Equilibrio di timbri e colori nel recital andato in scena al TMB con strumentisti e interpreti di fama: il violinista Gabriele Pieranunzi e il violoncellista Luca Signorini (rispettivamente spalla e primo violoncello del Teatro S. Carlo di Napoli) e il pianista Luca Ballerini.
Escluso il primo brano timoroso, la loro esecuzione è stata più che convincente. Intima e rarefatta, umbratile e rassegnata, così come richiesto dall’impaginato con musiche da camera di Robert Schumann, Johannes Brahms e Clara Wieck. Di quest’ultima è stato eseguito il raro Trio op. 17, con cui la brava compositrice impallidisce al cospetto del genio di Schumann, suo marito. Inutile qui ripercorrere per l’ennesima volta la stucchevole vicenda sentimentale/professionale della coppia, che fu protagonista della vita musicale tedesca con il coinvolgimento del giovane Brahms, di cui è stata eseguita l’autunnale “Sonata della Pioggia” con onomatopeico ticchettio di note.
Casa Schumann in anni felici, quando Robert non stava in manicomio, era frequentata da Brahms e da molti altri musicisti, dilettanti e professionisti, che in quella dimora suonavano in una dimensione domestica brevi composizioni. Proprio questo tipo di repertorio è stato presentato nel recital. Il pubblico, soprattutto i turisti tedeschi presenti in sala – a cui questa musica è particolarmente congeniale – hanno applaudito e sono stati ripagati con un coinvolgente bis, il Rondò all’Ungherese di Haydn, che ha chiuso con molto brio il concerto.
In attesa dell’arrivo del presidente Sergio Mattarella, che domani mattina sarà a Catania, gli occhi sono puntati sul Teatro Massimo Bellini, che da poche ore ha in Giovanni Cultrera il suo nuovo sovrintendente.
Ad essi e all’intera classe politica l’estroverso violinista Gabriele Pieranunzi ha lanciato indirettamente un messaggio quando a fine recital, rivolgendosi al pubblico, ha esclamato: “Ringrazio per essere stato invitato ad esibirmi su palco di questo teatro bellissimo, bello come quello in cui lavoro, il San Carlo di Napoli. Negli ultimi mesi tutti noi abbiamo seguito le vicende e le difficoltà del Teatro Massimo Bellini di Catania. Assistere a ciò che sta succedendo è una ferita al cuore. Sarebbe un grosso peccato se un luogo come questo, che produce musica, dovesse esser abbandonato a se stesso”.
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