Un giovane croato di notevole valore, Ivan Krpan, è stato il protagonista del recital pianistico andato in scena al TMB. Biondo e riccioluto come un angelo, ha proposto un rarefatto impagnato con composizioni di J. Brahms (Tre Intermezzi per pianoforte, op. 117; Variazioni su un tema di Robert Schumann, op. 9) e di F. Liszt, da Harmonies poétiques et religieuses III, S 173 (n. 9, Andante lagrimoso; n. 7, Funérailles; n. 2, Bénédiction de Dieu dans la solitude).
La concessione di ben quattro bis non ha avuto però il significato di una acclamazione. Il giovane pianista (appena 22 anni e già vincitore del concorso Busoni, nel 2017) sfugge agli appalusi finali, forse per timidezza. Il pubblico in sala è comunque sparuto; sono però presenti molti ragazzini, accompagnati dai loro insegnanti. Fuori dal teatro c’è invece un delirio di gente: effetto del lungo black friday?
Le esaurienti Note di sala, di Dario Miozzi, hanno assolto esaurientemente al loro compito, illustrando ogni risvolto di un repertorio pianistico collocato tra intimismo germanico e decadente sentimentalismo francese.
Una delle composizioni di Liszt, “Funérailles”, avrebbe dovuto risvegliare emozioni sopite e ricordi dolorosi nei catanesi. Provo a spiegare il perchè: la composizione di Lizst, datata ottobre 1849, trova ispirazione nei tragici eventi rivoluzionari del 1848-1849, quando in Ungheria la rivoluzione nazionalistica e antiasburgica fu domata nel sangue. La rivolta unghersese del 1848 fu una delle molte rivoluzioni di quell’anno. Anche Catania e tutta la Sicilia presero parte alla rivoluzione che, nella città etnea, fu soffocata il 6 aprile 1849 con massacri e saccheggi perpetrati dal popolaccio e dalle truppe borboniche (chiamate per sfregio “croate” cioè asburgiche): per perpetuare la memoria di quel giorno, a Catania la strada che collega la Stazione ferroviaria a piazza dei Martiri fu poi chiamata Via VI Aprile. Sarebbe curioso sapere se qualche compositore catanese, analogamente a Lizst, trovò fonte di ispirazione musicale in quei tragici fatti.
Lascia un commento
You must be logged in to post a comment.