di Carmelo Santangelo
Dietro il successo della 19° edizione di Recital di poesie in onore a Santa Barbara, svoltosi domenica 1 dicembre nella chiesa San Francesco di Paola, si è avvertita una vigorosa sensazione: la città di Paternò ha sempre sete di cultura. Al Recital, il primo senza il suo ideatore, il compianto prof. Angelino Cunsolo, hanno preso parte 28 poeti in una splendida cornice di numerosi cittadini ed autorità civili e militari per condividere “speciali” momenti di preghiera e di fede. Le poesie declamate all’interno della suggestiva chiesa di San Francesco di Paola, dove la famiglia Cunsolo (presente con la vedova, la sig.ra Enzina Longo ed i figli Giusy, Anna, Rosario e Antonella, con i relativi nipoti), grazie alla preziosa collaborazione di padre Salvatore Magrì parroco della parrocchia Santa Barbara e del sindaco di Paternò Nino Naso, ha dato vita ad un’edizione emozionante e, nello stesso tempo, intrisa di devozione e passione per il culto alla Vergine da Nicomedia.
L’evento ha preso avvio con l’intervento di padre Magrì che ha ricordato la figura ed il ruolo svolto da Angelino Cunsolo attraverso il suo giornale “La Gazzetta dell’Etna” nella e per la comunità paternese, benedicendo, al termine del benvenuto, le statuette raffiguranti S.Barbara, donate dalla famiglia Cunsolo ai poeti ed alle autorità intervenute.
Con il supporto del cerimoniere Franco Tartareso, al Recital, condotto da Rosario Cunsolo, hanno portato i saluti iniziali diverse autorità, tra cui i deputati regionali On. Gaetano Galvagno e on. Alfio Papale; il sindaco di Paternò Nino Naso e gli assessori comunali Francesca Chierieleison, Rosanna Natoli e Vito Rau; il ten. Pedalino dei Vigili urbani di Paternò (in rappresentanza del comandante Antonino La Spina), il mar. Sciacca della Compagnia dei Carabinieri di Paternò (in rappresentanza del comandante capitano Angelo Accardo); l’ing. Giuseppe Verme, comandante del Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Catania. In particolare, quest’ultimo ha letto la “Preghiera a Santa Barbara”, co-patrona dei Vv. F, riportata per l’occasione all’interno del tradizionale libretto di poesie, edizione 2019; libretto che quest’anno è stato arricchito di immaginette di Santa Barbara, provenienti dalla collezione privata del compianto Franco Uccellatore (per gentile concessione della Famiglia) nonché di fotografie di Orazio Oliveri e Pippo Bertino. A seguire, gli interventi del mar. Cunsolo, presidente dell’Associazione Carabinieri sezione di Paternò; dei consiglieri comunali Alfio Virgolini “il prof. Cunsolo è stato mio docente, ma mi ha pure dato insegnamenti di cui ho fatto tesoro per il mio impegno in politica” ed Anthony Distefano “Con lui ho avuto l’occasione di comprendere maggiormente cosa fosse veramente il giornalismo, specie quando occorre stare sempre nella e sulla notizia”, di Antonino Borzì, emerito generale dei Carabinieri in pensione “Eravamo anche lontani parenti. Lo ricordo come un vero signore d’altri tempi, garbato e sempre disponibile”.
Poi, è stata la volta dei “veri protagonisti”, i poeti, che si sono succeduti sull’altare (qualcuno sostituto da un parente): chi della Santa Patrona ne ha delineato le virtù spirituali e umane, chi la bellezza d’animo, chi il dolore e la sofferenza, chi la salda fede cristiana.
Questi i loro nomi: Mimmo Arcoria, Carmen Arena, Angelo Battiato, Tiziana Bellia, Turi Bonanno, Cettina Busacca, Carmela Campisi, Pier Manuel Cartalemi, Salvatore Cifalinò, Rosario Cunsolo, Vincenzo Cunsolo, Giuseppe Di Dio, Pina Di Mauro Bellia, Anthony Distefano, Barbara Fallica, Giorgio Fichera, Francesco Finocchiaro, Gianna Finocchiaro, Andrea Giuseppe Longo, Turi Marchese, Agata Palumbo Tartareso, Antonella Paparo, Clarissa Parisi, Giacomo Pistone, Valentina Raspagliesi, Carmelo Santangelo, Grazia Scavo, Pippo Virgillito.
Parole di elogio per il caro prof. Angelino Cunsolo, esaltandone l’immagine per la meritoria ed instancabile attività di diffusione e promozione culturale della città di Paternò e del suo comprensorio sono state espresse da alte personalità ed artisti noti intervenuti, tra cui il maestro Barbaro Messina, uno dei massimi esperti mondiali ed antesignano della tecnica della ceramizzazione della pietra lavica; il pittore Pippo Ragonesi che ha ricordato l’amico Angelino Cunsolo come artefice in prima linea, anche tramite il periodico “la Gazzetta dell’ETNA”, da lui diretto per 30 anni, per l’attenzione dedicata all’arte in tutte le sue forme di espressione. Particolarmente sentiti gli interventi su cui si sono soffermati due intellettuali, il prof. Mimmo Chisari e l’arch. Salvatore Di Mauro. Secondo il primo, Angelino Cunsolo, attraverso le pagine de “la gazzetta dell’ETNA”, ha trattato in modo esaustivo alcuni aspetti di esegesi storica: il vero significato religioso della festa e la ricerca storica sulla Santa Vergine di Paternò. Per Di Mauro, il direttore Cunsolo si è rivelato un “maestro e una guida per intere generazioni”. La recitazione delle poesie è stata piacevolmente inframmezzata da due diversi momenti sonori: l’esibizione di musiche irlandesi di un gruppo coordinato dal maestro Salvatore Coniglio (al violoncello) con i violini suonati dai fratelli Fabio e Tiziana Coniglio, Simona Lauria e Alessio Correnti. La recita delle poesie si è conclusa con l’intervento di Rosario Cunsolo che prima ha letto quella del cugino Vincenzo (“Santa Barbara, ppi li Paturnisi”, esaltandone la terzina “Barbara Santa danni sulu amuri – alluntanini de mali pirsuni – fanni stari luntanu de’ duluri”.); successivamente la sua che, dedicata al padre e intitolata “E tra le stelle…”, così si conclude “Chissà se della Santa da Nicomedia avrai chiesto la dimora e per spazzar via l’inedia recitato avrai poesia che ristora”.
Non sono mancate parole di conforto alla vedova del gran Maestro, storico, scrittore e poeta, collaboratore de la Gazzetta dell’Etna sin dalla prima edizione, Vincenzo Fallica, anch’egli per la prima volta assente in questa prestigiosa ricorrenza.
L’epilogo, prima di un fuori programma con la recita estemporanea del poeta Cozzetto, è stato affidato alla cantastorie Cettina Busacca, figlia d’arte del pioniere dei cantastorie siciliani, Ciccio Busacca, che, accompagnata da Placido Librizzi, ha intonato uno splendido canto a Santa Barbara.
Ndr. L’immagine della Santa in tutte le Sue figure è rappresentata con una piuma in mano significando che, secondo la leggenda, le frustate del padre per fargli cambiare idea (da Cristiana a pagana) non lasciavano segni, erano come carezze di una piuma, spiega il sindaco di Paternò Nino Naso, era questo il vero significato del messaggio che si voleva dare: “quando si vuole si può, basti volerlo”.
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