Indovinatissimo lavoro di site specific al Centro Zō in calendario lo scorso fine settimana nella stagione del Teatro Mobile curata da Francesca Ferro e Francesco Maria Attardi.
Alessandro Bardani e Francesco Montanari in “La più meglio gioventù”, duetto che si sviluppa in itinere fra improvvisazioni vere ed altre palesate davanti al pubblico. Sono giovani e brillanti, hanno talento: giocano sugli accenti un po’ sgrammaticati e consueti degli attuali trentenni alla ricerca di un voler fare, un’idea che non ricalchi il già visto e fatto, rilanciando battute su riflessioni facete. Provano ed attuano un dialogo tentando un approccio culturale elevato per scivolare comunque in uno spontaneo disincanto interrotto da sorsi di birra e pause di silenzio.
Francesco ed Alessandro, amici nella vita, si sono conosciuti sul set della serie di grande successo “Romanzo Criminale“; approfittando della sintonia hanno realizzato progetti in teatro e al cinema.
Montanari, che si è diplomato all’Accademia Nazionale di arte drammatica, ha perfezionato un modo assai composto di usare il corpo passando con disinvoltura dal “Libanese” di Romanzo Criminale, al promesso sposo-uomo-d’affari-scriteriato di “Oggi Sposi”, al senzatetto extracomunitario del corto di Bardani “Ce lo hai un minuto?”, al magistrato Saverio Barone della fiction Il Cacciatore 1 e 2 tratta dal romanzo di Alfonso Sabella. La sua carriera teatrale è già lunga e ricca di regie importanti (Albertazzi, Placido) e titoli interessanti.
Alessandro Bardani forma la sua preparazione all’Accademia Corrado Pani: sebbene studi da attore e regista, la sua versatilità trova maggiore espressione nella sceneggiatura. E se ne sono accorti anche Cristian De Sica (presente fra il pubblico del Centro Zō) con il quale ha scritto la sceneggiatura del film “Amici come prima” – uscito nelle sale alla fine del 2018 – e Marco Bocci che lo ha voluto per il suo primo lavoro da regista. Acuto come autore: le battute a volte deliranti, a volte apparentemente prive di razionalità, invece alludono a tutto il nonsense che orienta le scelte dei giovani, sia di quelli consapevoli e rassegnati che di quelli con un traballante spirito di osservazione. Insomma, la gioventù attuale che tarda a diventare adulta, spingendosi infatti oltre la soglia di quell’età in cui i padri erano già avviati al lavoro, sposati e genitori.
Con Deadbook, la rassegna attuale di Teatro Mobile aveva dato un orientamento calibrato sul trovare il nesso in un mondo di biglie impazzite, coscienze annientate ed inversioni di tendenza sulla bellezza e la cultura; con “La più meglio gioventù, lo conferma senza usare effetti speciali, bensì puntando sulla qualità dei testi, delle regie e degli attori.
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