L’associazione A.M.M.I. di Catania lo scorso 13 febbraio ha organizzato un incontro sull’ascolto empatico come cura del dolore. Sono intervenuti professionisti catanesi, attraverso i quali hanno contributo spiegando concretamente, come si può o si devono ascoltare pazienti ospedalizzati, ma anche gente comune con il bisogno di essere compresi in momenti emotivamente fragili. La Presidente dell’A.M.M.I. Antonella Di Maggio, è stata l’organizzatrice dell’evento, mentre alla dottoressa Cinzia Valeria Barbagallo l’onere di moderare il meeting. Il dott. Giuseppe Catalfo, medico psichiatra e psicoterapeuta ha illustrato gli effetti clinici della mancanza di ascolto e di come si possano venire a creare psicopatologie e quindi magari già di fronte ad un caso clinico che riguarda una malattia, si può sovrapporre una depressione o un esaurimento nervoso. Il professor Francesco Santocono ha parlato del “diritto” all’ascolto all’interno delle strutture sanitarie, puntualizzando che il paziente ha dei diritti che deve assolutamente accampare, se non gli viene riconosciuto un supporto verso l’ascolto empatico. Mentre il Professore Matteo Licari ha ribadito che:-“Studi recentissimi di neuroscienziati, hanno rilevato l’importanza dell’ambiente sulla condotta della persona dolente, dell’importanza della rappresentazione che la persona affetta dal dolore, è lo stesso che gli è stato trasmesso dalla società in cui è immerso. Di come il cristianesimo con la sua criminalizzazione del dolore come frutto del peccato influenzi l’atteggiamento della società occidentale nella considerazione del dolore. L’ascolto o è empatico o non è ascolto. Se non lo è, è un’altra cosa, non necessariamente negativa, ma è un’altra cosa.”-
Ma cos’è l’empatia e l’ascolto empatico? L’empatia è la capacità di un individuo di comprendere lo status di un altro suo simile; tuttavia non si tratta solo di comprendere l’altro ma bensì un’atteggiamento verso l’altro che permette di porsi in aiuto in quel momento. Poniamo un esempio: se un operatore sanitario, un medico, un infermiere si accorgono che un paziente è demoralizzato, non deve far finta di non comprendere lo stato emotivo del soggetto, ma deve capire come può aiutarlo e la prima cosa è ascoltare il suo disagio o il suo bisogno. Tutto questo però va sempre fatto in modo professionale e senza coinvolgimenti personali. Oggi le equipe mediche nelle strutture sanitarie si avvalgono di più figure di riferimento, l’Oss(operatore socio sanitario) in quanto referente dell’infermiere professionale ha il compito di comunicare un problema anche di natura emotiva, l’infermiere così può avvisare il medico e lo psicologo che interverranno per comprendere ed aiutare il paziente. Durante l’incontro il giornalista e scrittore Clemente Cipresso, ha inoltre presentato il suo ultimo libro: Il venditore di uova rotte, edito da Algra editore, avendo una buona occasione di parlare di dialoghi e comunicazione. Ottimo incontro svolto all’Hotel Nettuno di Catania sicuramente da ripetere per il messaggio importante e da non sottovalutare.
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