– Fra pochi giorni, andrà in onda la seconda serie de Il Cacciatore; può raccontarci qualche sviluppo? esiste una linea di continuità con la prima serie?
<<La continuità è massima, sia nel senso che si seguono sempre i fatti realmente accaduti e sia nel senso che riprende esattamente da dove avevamo lasciato: il matrimonio di Saverio e Giada. In questa stagione, per me, la parola d’ordine è “confronto”, tutti si confrontano con qualcosa e qualcuno. Il mio Carlo Mazza ha una promessa fatta alla sua famiglia da onorare: lasciare il pool antimafia non appena catturerà Brusca, l’altro mandante dell’omicidio del suo amico e mentore Falcone. Ma è davvero pronto per lasciare tutto? Con questo peso dovrà fare i conti per tutta la serie.>>
Ph Alessandro Pizzi
– Come si è preparato per impersonare il magistrato Carlo Mazza? Come ebbe la parte?
<<Ho avuto il ruolo seguendo la normale trafila (o perlomeno quella che normale dovrebbe essere): convocato dalla casting Chiara Agnello (che ha fatto un lavoro eccezionale, su tutti i ruoli); provino con Stefano Lodovichi (uno dei due registi della prima stagione, insieme a Davide Marengo che ha poi seguito da solo questa seconda stagione); secondo provino con entrambi i registi; preso!
La preparazione al ruolo è stata lunga ed ininterrotta. Ho letto e visto tutto quello che riguarda il periodo di cui parliamo, ma mi sono soprattutto immerso nelle sceneggiature che costituiscono da sempre la bibbia e, in questo caso, che sono davvero scritte bene, davvero piene di indicazioni. Il personaggio era lì.>>
Ph Alessandro Pizzi
– Cosa deve sapere un attore quando si prepara ad un ruolo vero, reale e di grande impatto come quello di un magistrato?
<<Io sono sempre molto meticoloso nel preparare le persone (mi piace di più che “personaggi”) che interpreto, e al lavoro che faccio da solo affianco la preparazione con la coach che mi segue da anni. Di diverso dal solito, in questo caso, c’è stato forse il maggiore senso di responsabilità, considerato il periodo e i fatti di cui si parla. Impersonare un magistrato, amico e discepolo di Falcone in quegli anni, impone una sensibilità e una attenzione ancora maggiori.>>
– E’ più facile stare dalla parte dei buoni, pure sul set?
<<Perché, fuori dal set è più facile?… Per me non c’è una parte più facile, come non c’è un ruolo più facile. Si dice che i “cattivi” siano più divertenti da interpretare, ma io ho avuto molto piacere e grandi soddisfazioni anche col mio Carlo Mazza. Di bello in questa serie c’è che è chiaro dove è il bene e dove è il male, ma nessun personaggio è tagliato con l’accetta e quindi in ognuno c’è una parte più chiara e una più scura.>>
Ph Asiyat Gamzatova
– Recitare accanto all’amico Francesco Montanari in qualche modo ha fatto la differenza?
<< Prima di trovarci sul set, con Francesco eravamo solo “conoscenti-da-ciao-ciao”; ma già dalle prime letture a tavolino, si capiva che stava nascendo un rapporto di un certo tipo. Adesso posso dire che se non siamo al livello di amicizia fraterna di Mazza e Barone, poco ci manca; pensi che ultimamente mi ha affidato anche un paio di volte la sua cagnolina Spilla, a cui ho fatto da dog sitter! Lavorare con un amico, ma soprattutto con un professionista della serietà e generosità di Francesco è un dono che auguro a tutti i colleghi, e credo che questa stima, attenzione e ascolto reciproci siano evidenti nella resa del rapporto tra i nostri due personaggi.>>
– Il suo rapporto con gli altri membri del cast?
<<Ottimo, davvero, sia sul piano artistico che su quello umano. Con tutti: da quelli con cui ho avuto più scene, fino a quelli che ho conosciuto solo fuori dal set perché le sceneggiature non prevedevano interazioni.
Può sembrare retorico, ma davvero è nata una bellissima compagnia (famiglia è forse troppo), che comprende tutti, da Alfonso Sabella e gli altri fantastici sceneggiatori, a tutti i reparti artistici e tecnici, dalla produzione al doppiaggio, dal reparto regia al musicista. Tutti, nessuno escluso.>>
– Ha conosciuto l’autore, Alfonso Sabella, magistrato anch’egli?
<<Non ho letto il suo libro per prepararmi e non ho voluto conoscerlo prima di iniziare le riprese per non influenzare lo sviluppo del “mio” Carlo Mazza. La prima volta, l’ho incontrato sul set, di sfuggita, visto che io lavoravo e lui era in visita e non voleva disturbare. Poi ci siamo visti fuori dal set ed è nata una fantastica amicizia che spero diventi anche una collaborazione. Gli ho chiesto infatti di darmi una mano per il nuovo testo teatrale che sto scrivendo e che parla di questi argomenti di cui lui è un archivio vivente. Voglio dare continuità al lavoro fatto su quegli anni e raccontare cos’è la mafia e perché bisogna combatterla. La storia va ricordata, per cercare di non ripeterla.>>
Ph Asiyat Gamzatova
– Può dirci se si prevede un ulteriore seguito?
<<È un progetto concepito sull’arco di tre stagioni, e so che stanno lavorando alla conclusiva, ma non posso anticiparvi niente. Non per questioni morali di non “spoileraggio”, né per motivi contrattuali; è che davvero non ne so nulla! Ma sarà di sicuro all’altezza delle prime due, che tante soddisfazioni e tanti riconoscimenti ci hanno dato.>>
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