VERTENZA L’EDERA BIANCAVILLA. FAI-FLAI-UILA : “L’INPS NEGA AI BRACCIANTI DIGNITA’, DIRITTI E RISPETTO”

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VERTENZA L’EDERA BIANCAVILLA.  FAI-FLAI-UILA : “L’INPS NEGA AI BRACCIANTI DIGNITA’, DIRITTI E RISPETTO”

    “Centocinquanta braccianti in provincia di Catania, già impiegati dalla cooperativa L’Edera di Biancavilla, sono sempre in attesa che l’Inps riconosca i loro diritti di lavoratori agricoli. Sono passati sette mesi dall’incontro con i vertici dell’ente, ma gli impegni non sono stati ancora mantenuti”. Lo denunciano Pietro Di Paola, Pino Mandrà e Nino Marino, segretari generali delle organizzazioni etnee di categoria Fai Cisl-Flai Cgil-Uila Uil, che hanno tenuto ieri sera un’assemblea pubblica. La riunione è stata ospitata dal Municipio di Biancavilla.
Gli esponenti di Fai-Flai-Uila, che hanno chiesto un “incontro urgente” con la Direzione regionale dell’Inps, dichiarano: “Siamo costretti ancora una volta a rivendicare equità e rispetto per lavoratori, che rischiano il paradosso di essere trattati diversamente dai loro colleghi di altre aziende pur svolgendo le stesse mansioni. Tutto ciò avviene perché L’Edera appartiene alla controversa lista delle cosiddette cooperative senza terra, un fenomeno sempre contestato dalle organizzazioni sindacali, e l’Inps vorrebbe inquadrarla in un settore diverso da quello agricolo privando di questa qualifica anche i braccianti che hanno prestato opera per la coop di Biancavilla. In questo modo, viene quindi negata ogni tutela previdenziale che spetta loro per l’attività realmente svolta e si commette una evidente violazione di legge. La norma, infatti, prevede che si considerino lavoratori agricoli dipendenti gli operai assunti a tempo indeterminato o determinato anche da imprese non agricole, se addetti alla raccolta di prodotti agricoli nonché all’attività di cernitura, pulitura e imballaggio dei prodotti ortofrutticoli purché connessa a quella di raccolta”. “Abbiamo sollevato ormai da tempo il caso della coop L’Edera e ribadiamo – concludono Di Paola, Mandrà e Marino –  la nostra intenzione di procedere ad azioni legali, se ciò fosse necessario per impedire che al danno si aggiunga la beffa. Fai-Flai-Uila hanno già impedito che i lavoratori fossero sommariamente cancellati dai registri di categoria, ritrovandosi così a pagare per le presunte omissioni dell’azienda nel corso di un’ispezione Inps. Abbiamo chiesto e ottenuto accertamenti integrativi per le posizioni singole di ogni bracciante, smentendo chi li aveva ingiustamente classificati come addetti di una cooperativa fantasma. La verifica s’è ormai conclusa da tempo e ha dato gli esiti previsti da Fai-Flai-Uila, ripristinando la verità dei fatti. Non si comprende, allora, perché l’Inps ancora oggi non proceda a chiudere una vertenza che appare decisamente paradossale”.

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