La scorsa notte il MIUR ha predisposto una circolare in cui invita tutte le scuole a sospendere qualunque iniziativa di viaggio di istruzione in Italia e all’estero a causa della diffusione del nuovo Coronavirus che interessa alcune regioni del nord Italia, tra cui Lombardia, Veneto e Piemonte. Ferma restando la necessità di prevenire nella maniera più efficace la diffusione della malattia e, soprattutto, di scoraggiare qualunque forma di allarmismo, ci chiediamo come sia possibile per l’ennesima volta che il ministero dia prescrizioni e indicazioni senza fornire istruzioni univoche alle scuole circa le modalità per affrontare una tale situazione. Ogni scuola affronterà a modo suo una situazione che interessa tutte le istituzioni scolastiche, esposte anche a possibili penali verso le agenzie e gli enti con i quali sono stati organizzati viaggi d’istruzione, scambi, stage. Ancora una volta emerge il fallimento dell’Autonomia scolastica! È già alta la preoccupazione dei docenti e dei dirigenti scolastici che dovranno affrontare questa ennesima battaglia burocratica senza alcun sostegno da parte del ministero.
Ma la situazione di allarme sanitario che stiamo vivendo ci pone domande anche più strutturali. Ci chiediamo se le condizioni in cui ogni mattina si ritrovano studenti, docenti e personale ATA siano accettabili a fronte delle indicazioni fornite dalle ASL, dai medici di base, dall’ISS rispetto all’igiene delle mani e all’igiene respiratoria. Attualmente nelle scuole italiane non esistono presidi adeguati alla prescritta igiene delle mani. I saponi, come i più basilari accessori per l’igiene personale, sono tanto indispensabili quanto assenti, eccetto che nelle promesse dei politici di turno.
È il caso anche di ricordare al Ministero che nelle scuole ogni giorno sono costretti anche più di 31 studenti in aule di dimensioni inadeguate, con continue deroghe da parte delle città metropolitane sulla normativa inerente la salute e la sicurezza, cosa che a questo punto riguarda non solamente studenti e lavoratori, ma l’intera cittadinanza. Non possiamo trascurare il fatto che, in base al dimensionamento delle reti scolastiche, migliaia di ragazze e ragazzi quotidianamente viaggiano tra la provincia e la città. Si prenda ad esempio il caso di Milano, basta fare un giro nelle stazioni al mattino. Il pendolarismo degli studenti è altissimo tra l’hinterland e la città. Treni, metropolitane, tram e autobus regolarmente affollati e a scuola neanche il sapone per garantire la corretta prevenzione delle malattie virali. La prevenzione parta dalla restituzione dei fondi per la garanzia della salute degli studenti e dei lavoratori della scuola, esposti costantemente oggi come un anno fa ai contagi e per nulla tutelati.
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