Viviamo in una città nella quale coesistono due mondi. Quello fatto da ragazzi di appena 19 anni che perdono la vita per un furto di arance o di tabacchi e quello di imprenditori e colletti bianchi che fanno affari tra loro o con la malavita organizzata per frodare il fisco, derubare i dipendenti, danneggiare l’economia sana ed arricchirsi senza alcun limite né ritegno.
Ci sentiamo molto vicini alle parole pronunciate dal Procuratore della Repubblica Zuccaro in occasione delle più importanti inchieste giudiziarie finora condotte sotto la Sua guida: «Fino a qualche anno fa le bancarotte fraudolente come quelle della Tecnis non si perseguivano» […] «Sento un estremo disagio alla guida di una Procura che tanti decenni fa negava persino l’esistenza di cosa nostra a Catania, avverto una grande responsabilità sotto questo punto di vista. Dobbiamo recuperare tutto il tempo che abbiamo perduto. Ci sono state delle svolte significative. Non si deve sottovalutare il fatto che le indagini giudiziarie sono molto difficili quando non vi è un clima giusto per portarle avanti. Noi abbiamo delle grandi responsabilità, è vero, ma il clima e le connivenze che vi sono state erano muri e barriere da abbattere. Noi oggi siamo determinati ad abbattere qualunque barriera».
Le ultime confessioni del pentito Squillaci, detto “Martiddina”, ai Magistrati della DDA rivelano come il “Sistema Catania” abbia sostenuto il malaffare e la criminalità organizzata, attraverso una rete di connivenze, di “amicizie importanti” e di una rete di protezione che avrebbe coinvolto – secondo il pentito – anche l’ambito giudiziario e le forze di polizia, permettendo a boss mafiosi come Nitto Santapaola di continuare a comandare in piena latitanza. Siamo lieti di percepire che una svolta sia finalmente arrivata, anche grazie all’impulso nella propria azione che la Procura sta dando senza sosta, mostrando ai cittadini onesti che un’altra Città è possibile. La consapevolezza dei tempi che furono deve darci la forza per sostenere il coraggio di chi decide ogni giorno, attraverso innanzitutto l’esempio di una vita retta e onesta, di ribellarsi alle prepotenze e alle prevaricazioni dei potenti.
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