L’otto Marzo, è la festa della donna, più che una festa, si tratta di una commemorazione della tragedia avvenuta dentro una fabbrica statunitense a New York nel 1911, dove a causa di un ‘incendio persero la vita cinquecento lavoratrici tra ragazze e donne fra i quindici ed i venticinque anni. Quelle donne piccole e grandi, lavoravano in condizioni estenuanti i padroni imponevano loro ritmi massacranti, gli ingressi dall’inizio dell’orario lavorativo venivano chiusi a chiave per impedire che le lavoratrici lasciassero il posto di lavoro, anche solo per pochi minuti. Fu proprio questa la ragione che causò la morte delle lavoratrici all’interno della fabbrica dove un incendio non diede possibilità di scampo, quelle porte chiuse divennero una trappola purtroppo fatale per queste povere donne. Oggi grazie al progresso ed alle leggi che tutelano i lavoratori in tutti i settori assicurati da regole obbligatorie, queste tragedie non esistono quasi più, o comunque avvengono di rado, tuttavia bisogna sottolineare che questo status riguarda solo la parte del pianeta occidentale e considerato”civile.” Ma quanti incidenti sul luogo di lavoro avvengono nei continenti asiatici con le stesse condizioni in cui si trovavano più di un secolo fa, le donne di New York? Da chi sono tutelate queste donne oggi? La parte consumistica odierna oramai ha preso con le sue mode il sopravvento e su questa commemorazione, divenuta un fenomeno di festa e nulla più, in realtà vengono di riflesso offese donne vittime di femminicidio e di violenza domestica o di aggressioni da parte di uomini che si permettono di considerare oggi le donne, come cose. In tutto il mondo ed in Italia, oggi le manifestazioni per la festa della donna, non si contano, da città a città, vari incontri eventi concerti dedicati al mondo in rosa, per parlare e condividere un pensiero a favore delle donne. Pensare alle donne come delle mimose simbolo di forza e determinazione femminile, riporta le meravigliose parole di una grande donna, Alda Merini che scrisse tanto sull’universo femminile, ed una poesia che rispecchia il senso del rispetto femminile si chiama proprio: “A tutte le donne”, ed i suoi versi oggi sono più che mai attuali ed autentici. La Merini scrisse così: ” Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso sei un granello di colpa anche agli occhi di Dio malgrado le tue sante guerre per l’emancipazione. Spaccarono la tua bellezza e rimane uno scheletro d’amore che però grida ancora vendetta, e soltanto tu riesci ancora a piangere, poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli, poi ti volti e non sai ancora dire e taci meravigliata e allora diventi grande come la terra e innalzi il tuo canto d’amore”.
Siamo nel nostro infinito sempre e solo…donne, le vere mimose dell’otto marzo fiere di esserlo, orgogliose e cocciute, fragili a tal punto che,le lacrime negli occhi di chi le versa ci fa sentire l’anima amara per una parola di supporto taciuta al momento meno opportuno. Per tutte noi donne e per tutti quegli uomini che MAI dovranno dimenticare che una donna li ha messi al mondo. Il senso di questo giorno è racchiuso in una parola: rispetto.
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