L’annunciato intervento di solidarietà nei confronti della platea dei “nuovi poveri” delle città, emersi dopo il blocco delle attività a causa dell’emergenza “Coronavirus”, si è tramutato ieri in un provvedimento della Protezione civile che assegna ai comuni risorse da investire in “buoni spesa”. Un ammontare pari ad oltre 9,7 milioni di euro per l’intera area metropolitana di Catania per consentire l’acquisto di generi alimentari e prodotti di prima necessità nelle attività commerciali convenzionate con gli enti comunali. Sebbene molte realtà comunali si stanno già attrezzando, non manca però la confusione dettata da un provvedimento non molto chiaro come spiega il segretario territoriale della Ugl Giovanni Musumeci. “La disposizione lascia un margine di discrezionalità di azione alle amministrazioni, motivo per cui la nostra preoccupazione è quella che ognuno utilizzi un proprio metodo con il serio rischio di creare disparità tra cittadini di comuni anche contigui. Facciamo quindi appello ai sindaci perché, nell’esperire velocemente tutte le procedure, scelgano una soluzione unitaria come ad esempio quella di impiegare una prima tranche di soldi (augurandoci che siano già stati inviati da Roma). In questo modo – evidenzia Musumeci – si potrà dare una prima risposta alle tante richieste, con l’erogazione tramite il servizio sociale comunale di un buono cartaceo anche della somma minima di 100 euro ad ogni utente bisognoso, da spendere negli esercizi convenzionati. E’ chiaro che per far ciò i sindaci debbano chiedere nell’immediato il potenziamento dei dispositivi di protezione individuale da fornire agli operatori sociali impegnati nel progetto. Come Ugl chiediamo quindi a gran voce l’avvio dell’iniziativa perché ci sono tanti, forse troppi, cittadini che chiedono di essere aiutati compresi coloro che, pur lavorando ed oggi soggetti ad applicazione degli ammortizzatori sociali, non sono riusciti ad arrivare a fine mese e sono in attesa dell’assegno, ma anche tutti quei lavoratori che fino a ieri lavoravano alla giornata ed a marzo sono stati costretti allo stop forzato. E’ anche questa un’urgenza sull’emergenza, poiché in un periodo già critico alle note povertà si è aggiunta una platea ampia, soprattutto dalle nostre parti dove il lavoro nero che combattiamo quotidianamente è ancora realtà, di nuovi soggetti che non riescono più a farcela. Ci appelliamo quindi alla sensibilità dei primi cittadini etnei, con l’auspicio che queste nostre richieste possano diventare iniziative concrete, da strutturare fino alla fine di questa emergenza sanitaria e sociale – conclude il segretario catanese della Ugl.”
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