Le segreterie confederali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, questa mattina, hanno inviato una lettera al prefetto di Catania Claudio Sammartino sull’attività di censimento dei cittadini bisognosi e consegna agli stessi dei buoni spesa da parte dei Comuni. “Ci troviamo in un momento assai delicato non solo per l’emergenza epidemiologica da Coronavirus che stiamo vivendo, ma anche per ciò che sta accadendo in relazione al blocco quasi totale delle città e, di conseguenza, in termini di iniziative volte al sostegno dei più deboli. Nell’ultima settimana, tra Governo nazionale e Regione siciliana, ai Comuni sono arrivate risorse economiche importanti, da poter assegnare ai più bisognosi sotto forma di contributo per l’acquisto di beni di prima necessità e pagamento delle utenze – evidenziano Giacomo Rota, Maurizio Attanasio, Enza Meli e Giovanni Musumeci. Temiamo infatti che, in tempi di magra finanziaria come questi, il consistente ammontare pro capite per ogni Comune e le modalità di erogazione dei buoni prescelta, possa diventare una ghiotta possibilità per favorire il rischio di atti corruttivi e delle solite clientele politiche, che non aspettano altro che alimentarsi di queste occasioni. Come organizzazioni sindacali, consapevoli della necessità di fare presto (basta pensare che in molti centri del nord già hanno finito la distribuzione dei buoni, mentre in Sicilia molti Comuni ancora devono iniziare) vista l’impellenza di dare risposte a tantissimi cittadini meno abbienti, in maniera responsabile, abbiamo scelto di rinunciare alla concertazione sui criteri unici per tutti da adottare per l’assegnazione delle risorse. Avendo però notato alcuni movimenti in diverse realtà locali, non abbiamo potuto fare a meno che rivolgerci a sua eccellenza chiedendo di voler attivare qualsiasi iniziativa utile a sensibilizzare i sindaci dell’area metropolitana di Catania a continuare a mantenere alta l’attenzione, vigilando per una gestione trasparente e per la prevenzione di potenziali interferenze possibilmente favorite da una politica non ispirata ai sani principi, dalla criminalità o da organizzazioni autonome sempre pronte a muoversi in questo genere di situazioni allo scopo di foraggiare la catena del consenso sulla pelle di chi soffre di più – concludono i quattro segretari.”
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