L’abbigliamento sportivo che è Moda, Cristina Nicolosi ci spiega il perchè.

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L’abbigliamento sportivo che è Moda, Cristina Nicolosi ci spiega il perchè.

Tute da ginnastica diventate un vero e proprio capo di abbigliamento trend di questi ultimi anni. Insieme a queste mise gli accessori sono diventati un cult tra le nuove generazioni, che scelgono sempre più dei brand di creazioni di moda sportiva per tutte le occasioni. Cristina Nicolosi titolare di Scirò creazioni ci descrive come e perchè del successo di abbigliamento diversamente classico.

Domanda: Parliamo di abbigliamento sportivo, non solo tute da ginnastica, ma molto di più?

Risposta: Tra le tante mode che in Italia abbiamo integrato da altri paesi, c’è “lo stare eccessivamente comodi”. Da qualche anno a questa parte si è ripresa un po’ la moda sportiva, che aveva già caratterizzato la fine degli anni 90 e i 2000, l’abbigliamento sportivo, infatti, oggi sembra aver preso il volo migrando dalla palestra alla strada e diventando sempre più popolare, tanto che si moltiplicano, infatti, le collaborazioni tra gli stilisti di moda e i marchi sportivi diventando un vero e proprio stile. Filone nel quale i grandi marchi dell’abbigliamento sportivo si sono gettati a capofitto, accanto alle linee tradizionali fatte di tute e scarpe da ginnastica, come la linea NikeLab ed ovviamente la Adidas, che dopo il successo della collaborazione con Mary Katrantzou, fatta di giubbotti, gonne e scarpe, propone con la rapper Kanye West, la collezione “militaresca”, fatta di capi d’abbigliamento pensati per “aiutare nella vita”. Sono fermamente convinta che la possibilità di sentirsi più comodi durante la giornata o ad un aperitivo tra amici possa regalarci quella serenità di sentirci anche più liberi e perché no a nostro agio dopo una giornata di lavoro, ad esempio indossando una tuta morbida taglio palazzo con delle scarpe basse in tela, ma credo che non dovremmo dimenticare di far parte di una terra che ancora oggi ci rende unici e irraggiungibili per stile, gusto e creatività, quindi, vestiamoci comodi quanto vogliamo o desideriamo ma ricordiamoci sempre di non passare da una moda “eccessivamente comoda” a “eccessivamente trasandata” perché il passo, come vediamo a volte in giro, può essere veramente breve.

D: Ormai molti prediligono questa mise al classico taillur?

R: La prima star dello spettacolo nostrana a sdoganarla è stata Simona Ventura che ha proposto come primo tentativo (abbastanza rischioso) delle tute comode da sera eleganti in ciniglia, con cappuccio, dai colori sgargianti e da portare con i tacchi alti. Poi, la tuta è diventata per la conduttrice un vero marchio di fabbrica (e di stile) per tanti outfit sofisticati, chic e ricercati. Per riallacciarmi alla risposta precedente, infatti, parlavo proprio di questo ovvero la capacità di rendere qualcosa di “comodo” versatile e sofisticato nonostante le caratteristiche di base. Ricordate sempre che se è vero che l’abito non fa di certo il monaco, è abbastanza difficile però riconoscere un monaco senza abito; in sintesi: la vostra apparenza viene giocoforza notata dalla in un contesto estremamente fluido e variegato come quello in cui viviamo.

D: Si tratta di evoluzione o di tendenza della moda?

R: Si tratta secondo me di entrambe le cose, ovvero: bisogna considerare ciò, come evoluzione della moda dettata da un cambiamento considerevole, che ha stravolto ed influenzato il modo di vestire sin dagli anni 20 il mondo della moda…sia come tendenza legata ad ogni singolo periodo. Dagli anni 20 ad oggi, infatti, vediamo outfit appariscenti e comodi per potersi muovere liberamente per la donna che voleva fumare, ballare, guidare l’auto e lavorare…i jeans e gli abiti da sera che mettevano in luce la femminilità delle donne… bikini e quindi la comodità di vivere il mare e la tintarella in maniera del tutto differente… le camicie bianche taglio maschile anche per le donne, i pantaloni a vita alta comodi e semplici e abiti plissettati leggeri come nuvole…le comodissime zeppe e mini gonne e le sneakers, salopette, turbanti e pantaloni palazzo… le giacche larghe in pelle, maglioni oversize e le converse… fino allo stile grunge finto trasandato sempre comodo. Tante ancora sarebbero le evoluzioni, ma già solo queste ci fanno comprendere come lo stile “comodo” fa parte dell’evoluzione in ogni decade della moda e sicuramente in ogni suo periodo si impone come tendenza a secondo dello stile che creativi e non ci indicano come tale e riferimento.

D: Che differenza c’è tra: haute couture e pret-a-porter?

In realtà, esiste una reale connessione tra haute couture ed il pret-a-porter, in quanto, mentre l’alta moda gioca il ruolo di promotore di alto prestigio, il pret-a-porter, gode di questa visibilità e di questa garanzia di qualità. Per essere più chiari dobbiamo metterci dalla parte degli stilisti e comprendere la loro dinamica lavorativa dettata si dalla creatività, dalla voglia di osare e realizzare capi straordinari e dunque di alta sartoria, ma bisogna anche prendere in considerazione l’imprenditorialità che lo stesso stilista deve sostenere per il suo brand. I vestiti di alta moda sono costosissimi da produrre, allora, diverse case d’alta moda hanno scelto di diventare proprietarie di marchi secondari o creare linee casual con lo stesso brand, che producono dei vestiti prêt-à-porter. I vestiti pret-a-porter sono altamente redditizi e costano poco alla produzione e chiaramente come detto all’inizio trovano connessione con l’alta sartoria, in quanto, le collezioni pret-a-porter si ispirano e imitano molto lo stile delle collezioni di alta moda, affinché contrariamente a ciò che si possa pensare, non esiste una lotta tra le due realtà, ma camminano in parallelo l’una a l’altra, regalando a tutti la possibilità di seguire le tendenze mantenendo stabile e duraturo il mercato esclusivo dell’alta sartoria per chi vuole usufruirne.

D: Le tue clienti ti chiedono di creare qualcosa di “sportivo?”

Da un anno ho iniziato ad integrare, con particolare interessa da parte del pubblico, sacche morbide in tessuto e pelle con borse in palma intrecciata e pelle per ampliare la scelta e accompagnare i miei clienti nelle diverse fasi della giornata ed eventi. Adoro il casual accompagnato da stile e ricercatezza dei dettagli, che dona secondo me quel fascino e freschezza che non dovrebbe mai mancare in un outfit.

D: Nella tua ultima creazione la mini coffa, “stranizza d’amuri” è stata pensata solo per un’abbigliamento classico?

Le coffe Stranizza d’Amuri o meglio le “coffe ca parrunu co cori” nascono dal mio particolare interesse per la ricerca dei dettagli e alla semplicità della bellezza di un materiale che va assolutamente valorizzato, in questo caso, la palma intrecciata rigorosamente a mano secondo tradizione Siciliana. Sono accessori versatili pensati per chiunque voglia uscire e passeggiare, bere una malvasia o semplicemente ammirare il mare e baciarsi sotto le stelle…senza imporsi e di conseguenza libere di essere inserite all’interno di qualsiasi outfit elegante, casual o comodo (come dicevamo pocanzi) e che desideri avere un accessorio che faccia la differenza. Come “l’amuri sulu sapi fari”.

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