Qual’è il confine tra cultura e libertà di scelta, per le donne islamiche a cui viene invece imposto di indossare il velo? Ecco, una delle domande che sorgono quando si legge un libro come quello scritto da Tiziana Ciavardini e Giorgia Butera, esempi di donne occidentali che, hanno abbracciato la causa di donne che purtroppo nei loro paesi d’origine, non sono ascoltate, non hanno diritti e non possono essere libere di decidere per la propria vita, non avendo altra scelta che quella di “obbedire” ad un mentalità macista ed irrispettosa, del genere femminile.
“Abbiamo tentato attraverso una analisi socio‐antropologica di avviare una comune riflessione sul tema del velo islamico grazie a testimonianze dirette di chi quel velo lo riconosce quale segno identitario e di appartenenza e di chi al contrario ne scorge un mero simbolo di sottomissione femminile. Aldilà di ogni tipo interpretazione nell’utilizzo dell’hijab deve necessariamente esserci il totale e profondo rispetto verso quella libera scelta (o presunta tale) perché é essa stessa sinonimo di emancipazione femminile. Se così non fosse sarebbe solo violazione, coercizione ed imposizione nei confronti di donne che impotenti vittime passive, continuano ad essere ostaggio di una cultura maschilista e retrograda. Rimane, altresì, fondamentale per noi insistere sul concetto del velo quale libera scelta e mai imposizione”, dichiarano Butera e Ciavardini.
La prefazione è stata curata da Emma Bonino esponente storica radicale da sempre in prima linea nella battaglia a favore delle donne schiavizzate vittime di soprusi, sotto tanti punti di vista. La sintesi e fulcro del libro sono così state espresse dalla Bonino:
-“Perché ci sono donne, nel mondo islamico, che indossano il velo con orgoglio? Perché altre lo ritengono una prigione? Questo libro stigmatizza ogni pregiudizio culturale che vede nella donna con indosso l’hijab una donna sottomessa. Molte musulmane velate, infatti, sono donne emancipate e con un’alta considerazione di se stesse. Icone del softpower. Mentre invitano alla libera scelta, le autrici portano avanti anche la battaglia delle donne iraniane e di tutte quelle che lottano contro i soprusi e il velo come imposizione. Attraverso il racconto personale e le esperienze in prima persona di alcune donne islamiche e non, favorevoli o contrarie al velo, questo libro contribuisce alla conoscenza variegata del mondo musulmano, delle sue culture e delle sue tradizioni.”
Vari appuntamenti accompagneranno la presentazione del libro, le date sono:
23 Luglio Bagheria, 5 Agosto Isnello, 22 Agosto Palermo, 4 Settembre Siracusa.
TIZIANA CIAVARDINI. Antropologa culturale, giornalista scrittrice e ricercatrice presso l’Università Cinese di Hong Kong, scrive di condizione della donna nella società islamica, Islam, terrorismo e immigrazione sulle maggiori testate nazionali. Ha vissuto per più di dieci anni in Iran. È stata più volte minacciata per il suo lavoro d’inchiesta sulle condizioni delle donne, e per aver difeso Nasrin Sotoudeh, l’avvocatessa iraniana condannata a 148 frustate e 38 anni di reclusione per aver provato a difendere i diritti delle donne che volevano protestare contro l’uso obbligatorio del velo.
GIORGIA BUTERA. È presidente di Mete Onlus, presidente della Comunità Internazionale “Sono bambina, non una sposa”, Advocacy di “Stop Sexual Tourism: Progetto internazionale a tutela dei diritti minorili nel mondo”, presidente dell’Osservatorio Internazionale Diritti Umani e Ricerca, Advocacy con Tiziana Ciavardini di “#hijabfreechoice. Il velo islamico libera scelta, mai obbligo”. Nel 2016 le è stata conferita la medaglia per l’impegno a tutela dei diritti umani internazionali dal Presidente della Repubblica Mattarella.
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