Le notizie di cronaca recenti riguardo al conflitto tra Armenia e Azerbaigian, ritraggono un quadro particolarmente delicato e pieno di tensioni tra i due paesi confinanti. Il 12 luglio l’Armenia ha interrotto il cessate il fuoco e attaccato il distretto di Tovuz dell’Azerbaigian, al confine di stato Armenia-Azerbaigian, tramite droni che, dal territorio dell’Armenia, si sono diretti verso il territorio azerbaigiano; l’esercito azerbaigiano ha risposto con lo stesso mezzo, all’offesa ricevuta.
I due paesi caucasici non sono nuovi a questo conflitto, che dura oramai da più di trent’anni. L’Armenia ha occupato militarmente la regione del Nagorno Karabakh e sette distretti adiacenti, a tutt’oggi riconosciuti dalla comunità internazionale come appartenenti all’Azerbaigian. Le risoluzioni 822, 853, 874 e 884 del Consiglio di sicurezza dell’Onu del 1993 chiedono il ritiro completo e incondizionato delle forze armate dell’Armenia dai territori occupati dell’Azerbaigian, tutte ignorate dall’Armenia.
Però, questa volta il bersaglio degli attacchi armeni è una zona lontana dai territori occupati, il distretto di Tovuz dell’Azerbaigian, che ha un’importanza strategica, perché da lì partono le infrastrutture per gli oleodotti e i gasdotti che arrivano in Europa. L’Azerbaigian, si è sempre mosso alla ricerca di accordi e della diplomazia, rifiutando soluzioni militari al conflitto.
Il Presidente dell’Azerbaigian İlham Aliyev, protagonista di una recente visita di stato nel nostro paese, ha siglato con il premier Conte una “Dichiarazione Congiunta sul Rafforzamento del Partenariato Strategico Multidimensionale”, che conferma il reciproco sostegno all’indipendenza, alla sovranità, all’integrità territoriale e ai confini riconosciuti a livello internazionale di entrambe le parti, nonché all’inammissibilità di atti di aggressione nelle relazioni interstatali”. Durante la visita sono stati siglati numerosi accordi anche economici, riguardanti progetti di impiego di risorse energetiche e bio-rinnovabili.
Un’amicizia salda e di stima reciproca tra l’Italia e l’Azerbaijan, come dimostrato dal fatto che i nostri rappresentanti politici affiancano la causa azerbaigiana, promuovendo risoluzioni di dialogo tra i paesi caucasici. Giulio Terzi, ex ministro degli esteri, presidente del Global Committee for the Rule of Law “Marco Pannella”, si è espresso su questa situazione, e nella sua dichiarazione si legge: “Auspichiamo fortemente che l’Armenia riprenda sollecitamente con l’Azerbaigian la via del negoziato. I trattati internazionali e le numerose risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu, in particolare quelle del 1993 sull’occupazione dei territori dell’Azerbaigian da parte dell’Armenia, devono rimanere il riferimento che permetta di regolare i rapporti tra le due parti in causa attraverso l’applicazione dei principi di sovranità, integrità territoriale e inviolabilità dei confini”.
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