NOVE è una poesia declamata con garbo. Arriva in fondo all’ultimo rigo, facendoti tirare su col naso ed asciugare le lacrime sin dalle prime parole. Lacrime per la consapevolezza, anche dietro una buffa battuta fatta con ironia, tagliente a volte, discorsiva nel ripescaggio familiare delle generazioni che sono state con le proprie storie, tradizioni, affetti e comprensioni.
Nove è una storia che scivola come un ruscello, quietamente senza aggressività; è una storia mormorata all’orecchio dei bambini mentre dormono; un racconto di Natale attorno al fuoco; una favola fantasticamente vera dove ciascuna frase è una rivelazione.
Nove è un tessuto a punto croce, pulito sul davanti ed ancora di più sul retro, preciso come quella geometria necessaria da seguire per lo sviluppo di un ricamo.
Nove è un racconto dove ad un’impronta se ne aggiunge un’altra, e poi un’altra ancora, sino all’ultima in ordine di tempo, un’impronta piccola che da poco ha imparato a camminare.
E’ una storia sussurrata ad un amico fraterno che possiede l’attitudine naturale di filtrare senza disconoscere ma aggiungendo colori, suoni e sapori stupefacenti. Più facile, perchè è una gioia condivisa; più immediata nel suo sviluppo perché basta dare ascolto al cuore e leggere i diari della propria vita. E’ il frutto di una fatica che poi, nella complicità affettuosa, diventa momento di grande teatro.
Egle Doria e Nicola Alberto Orofino hanno detto: <<Nove sono i mesi che servono per liberarsi dai vincoli della forma embrionale e conquistare la vita. E’ il numero sacro che simbolicamente indica la conquista della verità e della libertà; è il racconto di un viaggio verso mete estere vicine per realizzare un sogno che l’ipocrisia della nostra Italia vieta; una narrazione ironica e disordinata, come disordinati e confusi sono spesso i ricordi. Nove è un diario che la memoria sfoglia per parlarvi di una famiglia come tutte le altre, di cui vogliamo raccontarvi proprio perché in questa Italia in cui viviamo, vorremmo che si smettesse di diffondere odio e dettare legge sull’amore. Abbiamo deciso di raccontare questa storia attraverso il teatro, non solo perché è il nostro mestiere e quindi il linguaggio che più conosciamo, ma perché fortemente convinti che il teatro, oggi, può avere ancora senso come splendido atto di ribellione, ironico certo, ma forte e deciso. Per questo la storia di Egle, che in un mondo altro sarebbe una storia “di vita normale”, in un contesto sociale e politico che non fa presagire niente di buono, diventa un urlo gentile, una ferita salutare che penetra nelle coscienze e nelle vite di tutti noi.>>
Nove è un lavoro teatrale da non perdere…
Di Egle Doria e Nicola Alberto Orofino
con Egle Doria
regia di Nicola Alberto Orofino
assistente alla regia Gabriella Caltabiano
scene e costumi Vincenzo la Mendola
assistente scenografia Enzo Pace
foto Gianluigi Primaverile
comunicazione Stefania Bonanno
grafica Maria Grazia Marano
organizzazione Maria Grazia Pitronaci
amministrazione Federica Buscemi
produzione Associazione Culturale Madè
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