( Ci giunge una lettera aperta da parte di una imprenditrice,Matilde Cifali , che pubblichiamo integralmente)
Il silenzio è diventato ancora una volta assordante.
Dopo una lieve ripresa nei mesi di agosto e settembre, ottobre ci avvertiva già che il silenzio sarebbe tornato.
E cosi la speranza di poter recuperare, seppur minimamente, la stagione perduta, si allontana o addirittura svanisce.
Eppure uno sforzo era già stato fatto. Ci è stato chiesto di investire in misure di protezione quando la liquidità per gli investimenti era a zero a causa dei due mesi di lockdown. Nonostante le forze fossero ridotte allo stremo, ci siamo attrezzati per affrontare al meglio la riapertura e per garantire ai nostri ospiti la massima sicurezza.
Poi la chiusura dei ristoranti, e per noi piccole strutture non dotate di servizio di ristorazione, arriva l’ennesimo duro colpo. Ma non ci scoraggiamo e ci attrezziamo con accordi di delivery. Attrezziamo la sala colazioni in sala da pranzo e cerchiamo di resistere.
Ancora una volta dobbiamo prendere decisioni importanti riguardanti la cassa integrazione per i collaboratori, la sospensione dei servizi dei fornitori. Ancora una volta la filiera dell’attività turistico ricettiva viene abbandonata.
Il nostro paese ci richiede tanti sforzi e sacrifici ma questa richiesta è rivolta solo ad una parte degli italiani.
Quale politica degli “aiuti” si sta adottando?
Ristorare con piccole percentuali di fatturato perso senza guardare i costi fissi e senza considerare il “socio occulto” che ogni impresa ha…ovvero le imposte e le tasse da pagare…non serve, non ci aiuta.
Proprio oggi è arrivato un sollecito per mancato pagamento del canone speciale Rai, canone che ogni struttura ricettiva è costretto a pagare. Anche se quest’anno la tv in camera non l’ha vista nessuno. Anche se nella mia struttura c’è un silenzio assordante!
Per non parlare della presa in giro: rimani aperto ma chiudiamo i collegamenti tra comuni e regioni, mi chiedo quindi per chi e come rimanere aperti!
E se si proponesse un contributo a fondo perduto che coprisse almeno i costi fissi oltre ad un sostegno al reddito?
Questa è solo una proposta, ma spero e auspico altre misure che potrebbero permettere al comparto turistico di rimanere a galla.
Ma soprattutto, la domanda che mi pongo è: perché non è stato ancora adeguato il sistema sanitario per far fronte alla seconda ondata predetta da ben 6 mesi?
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