Il Presidente provinciale della F.A.S. Palermo Natale Pipitone ha scritto all’Assessore Regionale Agricoltura e Pesca, al Presidente della Regione Siciliana, alla Consulta regionale “pesca” per chiedere di convocare un’assemblea straordinaria per discutere sul fatto dell’avvenuta “liberazione” dei n. 18 pescatori sequestrati, presumibilmente in modo anomalo e, presumibilmente in acque internazionali a seguito di un’azione “militare” e/o presunta tale, visto che ad oggi non è trapelato alcun documento ufficiale che certificasse i fatti per cui è stata sensibilizzata l’intera categoria, l’opinione pubblica ecc.
nella missiva inviata pure al Prefetto di Trapani, al Questore di Trapani e alle Direzioni Marittime di Palermo e Catania si espone quanto segue:
“Facendo seguito alla liberazione e al prolungato periodo di prigionia in Cirenaica dei nostri pescatori, imbarcati nei pescherecci “Medinea e Antartide” per avvenuto “Atto di Pirateria”, attuato il 01 settembre c.a., in difformità della “Convenzione di Montego Bay” firmata dalle Nazioni Unite nel 1982 ed entrata in vigore nel dicembre 1994 che definisce le “12 miglia nautiche adiacenti le coste dello Stato”, azione perpetrata dalle Forze Marittime Armate della Cirenaica, alla distanza di 38 miglia dalla costa.
L’Atto di pirateria con attuata azione di brigantaggio è ritenuta “OFFESA” perpetrata a tutta la categoria degli Armatori, delle Federazioni Nazionali e Internazionali del settore della pesca.
La Federazione Armatori SICILIANI chiede l‘acquisizione dei dati delle Blue–Box montate sui pescherecci, in quanto costituisce il sottosistema del «sistema VMS» (Vessel Monitoring System) e garantisce sia la localizzazione continua del peschereccio, il suo uso da parte del comandante per l‘invio degli “Effort Report” (messaggi di servizio da inviare all‘uscita e rientro dai porti e dalle zone di pesca), consente di acquisire la corretta posizione dei pescherecci nell‘attuata pirateria marittima.
Convocare in sede di riunione i Comandanti dei pescherecci “Medinea e Antartide” al fine di acquisire le modalità e lo svolgimento dell‘atto di pirateria, nonché, dello stato di detenzione e prigionia perpetrato da parte della Marina della Cirenaica nei confronti degli equipaggi prigionieri di un governo non riconosciuto dall‘ONU, per acquisire una corretta documentazione da sottoporre correttamente alle Autorità Giudiziarie.
Instaurare un “tavolo tecnico dei Paesi Mediterranei” per coinvolgere tutti i Governi dell’Area Mediterranea nel praticare nuove procedure tecniche, strategiche e operative per consentire lo sviluppo delle Marinerie Mediterranee e per garantire la sicurezza lavorativa in mare.
Porre le basi per attuare le regole, le strategie e le leggi che tutelino tutte le Marinerie Mediterranee applicando l‘armonizzazione mediterranea.
Applicare idonee strutture multifunzionali, equipaggiate per interventi diversificati in grado di restituire la salubrità marina, la bonifica dei fondali, il recupero degli idrocarburi e la lotta all‘inquinamento terrestre dovuto a sversamenti di materiali inquinanti e/o reflui, interventi necessari per il corretto equilibrio ambientale e per il mantenimento dell‘habitat della flora e della fauna, al fine di consentire la riproduzione delle specie autoctone, l‘inserimento degli impianti di acquacoltura o acquacoltura, è l‘allevamento di organismi acquatici, principalmente pesci, crostacei e molluschi, ma anche la produzione di alghe, in ambienti confinati e controllati dall‘uomo.
Attuare applicazioni innovative per la risoluzione delle problematiche relative ai rifiuti dispersi in mare che sotto l‘azione delle mareggiate, delle correnti marine e delle condizioni dello stato ondoso, restituiscono in parte sulle coste e se non asportati tempestivamente ritornano al largo.
Analizzare e considerare la degradazione dei rifiuti e dei detriti solidi nell‘ambiente marino che impiegano molti anni per deteriorarsi, analizzando le varie fasi sui tempi di degradazione dei rifiuti plastici, vetro, gomma sintetica, tessuti artificiali e metalli che sono generalmente resistenti all‘azione di degradazione biologica, ma possono subire la foto decomposizione, ovvero la degradazione per opera del sole.
Tale processo è particolarmente efficace sulle materie plastiche cosi come altri deterioramenti dovuti ad agenti fisici, quali l‘erosione e la degradazione meteorica, che determinano la frammentazione dei materiali in particelle sempre più piccole, dando origine alla micro plastiche che sono causa di inquinamento dei mari, minacciano l‘ecosistema e le specie che vi abitano.
Detti interventi ritenuti indispensabili per la salvaguardia ambientale, la riproduzione delle specie autoctone, le coltivazioni alternative che consentano di armonizzare lo sviluppo dell‘intere marinerie dell‘isola e dell‘area mediterranea con l‘obiettivo di salvaguardare e mantenere integra l‘intera area mediterranea, per il cui apporto contributivo è necessaria la partecipazione di tutti i paesi della costa mediterranea.
La Federtazione Armatori Siciliani propone la valorizzazione dei piani territoriali mediterranei per la salvaguardia delle marinerie, esercitando le limitazioni, la pianificazione e i controlli per le attività esercitate da marinerie che non ricadono nell‘area mediterranea.
Riteniamo che la Regione Siciliana abbia il compito di pianificare lo svolgimento del tavolo tecnico, per la sua posizione geografica, per il recupero della centralità della Sicilia nel Mediterraneo, per il dovuto giusto riconoscimento nel processo di integrazione tra i popoli accumunati dall‘identità mediterranea, che discende dal grande patrimonio isolano e dalle sue stratificazioni storiche e culturali.
Il Mediterraneo è sempre stata la finestra dove si affacciano terre di grande ricchezza, cultura e diversità, accomunate dal Mare Nostrum come è sempre stato nel suo antico nome latino.
Il mare Mediterraneo è di tutti Noi e Tutti abbiamo il dovere di ricordarlo, il mare Nostrum ha le sue tempeste, ha le sue maree e nelle sue profondità nasconde i suoi tesori.
L‘uomo ha danneggiato l’ambiente marino e non ha compreso che le ricadute sono entrate nella catena alimentare”.
Sarà ora un dovere fare piena chiarezza su tutti i fatti che riguardano questa storia, finita con un lieto fine in periodo natalizio.
Chi pagherà i danni ?
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