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Lavoro agile: il ministro Dadone scatena la bufera conto i furbetti del divanetto

Home Cronaca Lavoro agile: il ministro Dadone scatena la bufera conto i furbetti del divanetto
Lavoro agile: il ministro Dadone scatena la bufera conto i furbetti del divanetto

I dipendenti pubblici che non raggiungono gli obiettivi, se non verranno licenziati, dovranno andare a lavorare in ufficio sotto lo sguardo indagatore del dirigente, che ogni anno li valuterà con un voto in pagella. Gli impiegati più efficienti potranno invece continuare a fare da casa il lavoro agile, ma saranno anch’essi sottoposti a periodica e severa valutazione con eventuali incentivi in busta paga: premi e punizioni, dunque, per eliminare i “furbetti del divanetto”, che gettano discredito su una intera categoria di lavoratori.

Questo in estrema sintesi è ciò che ha dichiarato ieri l’altro ad un quotidiano romano Fabiana Dadone, ministra della Pubblica amministrazione in carica nell’esecutivo Conte dal settembre 2019. L’intervista alla ministra pentastellata ha scatenato un putiferio. Subito i sindacati hanno fatto una levata di scudi. La Dadone, a sua volta, ha replicato smorzando i termini, ma resta il fatto che la burocrazia è uno di quei temi che fa discutere con la forza dirompente di un terremoto: difatti sui giornali di oggi le notizie sulla polemica Dadone/sindacati superavano quelle relative al sisma al largo di Scoglitti, che ieri sera ha messo in apprensione quasi mezza Sicilia.

Staremo a vedere nelle prossime settimane ciò che accadrà sulla scena politica. La protagonista continuerà ad essere la giovane ministra Fabiana Dadone (36 anni), piemontese, figlia di genitori che lavorano nel pubblico impiego: padre ferroviere e madre maestra; conosce dunque bene ciò di cui parla e dice di volere “dipendenti pubblici preparati e fieri”. Giusto! Le va inoltre riconosciuto il merito di volere finalmente semplificare il linguaggio della burocrazia: a questo scopo si è avvalsa delle competenze dell’Accademia della Crusca. Non sappiamo però se ci riuscirà.

Certamente il lavoro agile, chiamato con anglicismo (inutile) smart working, che la Daidone ha imposto a tutte le amministrazioni italiane per arginare il covid, continuerà ad essere la forma di lavoro più usata in futuro anche quando cesserà l’emergenza: prepariamoci dunque a lavorare a progetto per raggiungere obiettivi non fumosi (come sono spesso quelli attuali) per un concreto accrescimento del senso civico e del bene pubblico.

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