L’elefante che a Catania sta al centro di piazza Duomo è simile a quello che vedete in questa immagine tratta un libro antico, un incunabolo stampato a Venezia nel 1499. Questo rarissimo libro, compilato da F. Colonna, è da secoli custodito nella Biblioteca statale di Lucca, che malauguratamente sarà chiusa il Primo aprile (che bello scherzo) per mancanza di personale.
Elefante, aiutaci tu! Anche la Biblioteca regionale Universitaria di Catania, pur non dipendendo dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali ma dall’Assessorato regionale, tra qualche anno rischia di fare la stessa fine di quella di Lucca. Sarà una sciagura (parola non esagerata).
Cosa fare affinché le autorità competenti prendano provvedimenti? Restare vigili, protestare e firmare appelli, come la petizione “No alla chiusura della Biblioteca Statale di Lucca”, promossa dall’associazione culturale Amici del Machiavelli, dal comitato di Lucca della Società Dante Alighieri e dal Centro di cultura di Lucca – Università Cattolica. L’appello dovrà giungere entro il 28 febbraio a
http://www.amicimachiavelli.it/biblioteca/petizioneform.htm
“E a me che me ne importa???”, esclamerà qualche lettore catanese menefreghista.
Sbaglia perché Catania e Lucca sono città unite da Giovanni Pacini (si, proprio quello della “Villa dei vadagghi”). Per chi non lo ricordasse, Giovanni Pacini fu un celebre compositore di musica, nato a Catania nel 1796 e vissuto a lungo a Lucca, a Viareggio e a Pescia, cittadina a venti chilometri da Lucca, dove morì nel 1867. Non è affatto vero – come si legge su Wikipedia- -che la villa di Catania fu intitolata a Giovanni Pacini nel 1979! Errore: già nel 1892 quel fiorito e verde giardino pubblico si chiamava “Villa Pacini”, come attesta Gustavo Chiesi nella sua “La Sicilia Illustrata”.
Ma torniamo all’imminente chiusura della Biblioteca statale di Lucca e speriamo che in tanti sottoscrivano online l’appello, che è rivolto ai responsabili delle Istituzioni locali, ai parlamentari, al Ministero: purtroppo la crisi di governo cominciata in queste ultimissime ore non agevolerà di certo le biblioteche italiane, neglette ormai da decenni, sebbene sia chiaro che esse, assieme ad archivi e musei, siano luoghi di formazione e diffusione dalla cultura.
Ripeto: Elefante, aiutaci tu!
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