Il quotidiano Libero lo scorso 22 gennaio ha pubblicato online un articolo che dava per nuova una notizia vecchia, cioè che il Museo del Prado compie 200 anni. In realtà il bicentenario risale al 2019, con festeggiamenti culminati alla fine di quell’anno, essendo il novembre 1819 la data di nascita della prestigiosa istituzione spagnola.
Sempre Libero, nel suo articolo, faceva cenno ad un video che sta spopolando sul web. Il breve filmato – intitolato “Belleza y Locura” cioè bellezza e follia – mostra in quattro minuti alcuni celebri dipinti del museo madrileno che, sottratti dell’immobilità del quadro, tramite tecniche di animazione 2D e foto ritocco prendono vita, anima, movimento e respiro in modo stupefacente.
Questo video è stato creato dal regista Rino Stefano Taliaferro che lo ha reso a tutti visibile caricandolo su Youtube sin dal giugno 2019. A quanto pare è stato un giornale spagnolo a commissionargli questo breve filmato per celebrare i due scoli della celebre pinacoteca, che è anche la maggiore attrazione di Madrid.
Una curiosità: Youtube sconsiglia la visione del cortometraggio ai minori; clamoroso abbaglio di chi vuol moralizzare la bellezza di alcune opere rappresentative della storia dell’arte, compresi i quadri di Bosch, Velazquez, Goya …
In passato Rino Stefano Tagliaferro è stato accusato di dissacrare l’arte e di essere kitsch (cioè in siciliano “zaurdello”). Qualche detrattore ha storto il naso vedendo i suoi video. A me invece piace e anche molto. Lo considero geniale. Seguo questo artista fin dal tempo in cui si fece conoscere con “Beauty”, nel 2014, un video di nove minuti sulla falsariga del quale si colloca quello più recente, giacché anche “Beauty” rappresentava le emozioni umane, la vita e la morte attraverso l’animazione di opere d’arte in movimento.
Tagliaferro non è un tipo che ama apparire e rilascia poche interviste. Si sa che è nato a Milano nel 1980 e che ha studiato Graphic Designer nell’Istituto d’arte a Parma; si è poi specializzato a Milano e ad Urbino studiando Video Design ed Arte. Una formazione quindi pienamente italiana.
Con la sua azienda, la Karmachina, procede in questo modo: dopo aver scaricato le opere ad altissima risoluzione, identifica gli elementi che si vogliono animare (il volo degli uccelli, lo scorrere dell’acqua, le palpebre, la testa o le mani del protagonista, le sue vesti). In media per ogni dipinto si prendono in considerazione circa cinquanta dettagli. Il dipinto rimane fedele all’originale anche se per creare l’effetto movimento sono necessari alcuni interventi (quando la testa, o la mano del soggetto dipinto si muovono, lo spazio vuoto della tela creato dallo spostamento va opportunamente “riempito”).
Animando i quadri Tagliaferro li sottrae dalla fissità museale. La bellezza è riportata alla forza espressiva di un gesto che è anche sentimento. Come se in quelle immagini che la storia dell’arte ci ha consegnato fosse congelato un movimento che l’oggi può rivitalizzare grazie al fuoco dell’inventiva digitale.
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