Pandemia da Covid-19, varianti, vaccini e vaccinazioni. Cosa fare? Dubbi, consigli e raccomandazioni e chiarimenti su ciò che bisogna sfatare quando i social e le fake news, ci fanno impaurire senza ragione. Ne parliamo con il dott. Dario Zappalà, medico di famiglia che da un anno a questa parte ha visto cambiare radicalmente il modo di fare ed essere medico (come altri colleghi medici) di centinaia di famiglie.
D: Dottore parliamo delle differenze tra covid 19 e le variati che sono apparse negli ultimi mesi.
R: Un corona virus, qual è il SARS-COV2, è un microrganismo che per sopravvivere deve parassitare la cellula ospite la quale a sua volta cerca di difendersi attivando il proprio sistema immunitario per eliminare il virus. Pertanto, ogni virus ha la necessità di mutare per eludere le difese dell’ospite. Il covid-19 non fa eccezione a questo principio biologico di sopravvivenza. I virologi hanno infatti scoperto, effettuando il sequenziamento del genoma, che il corona virus modifica gli spike, cioè le spine o artigli che gli consentono di identificare specifici recettori della cellula ospite per penetrarvi, come fosse la giusta chiave che apre l’apposita serratura. Quando il virus penetra nella cellula, interagisce con il ribosoma in essa contenuto e che potremmo identificare come una stampante 3D che consente di replicarsi e quindi invadere ed infettare l’organismo. Pertanto, le varianti sono i vari tentativi del corona virus di eludere i sistemi immunitari e il fatto che si chiamino “inglese”, “brasiliana” o “sudafricana” identifica solo le località geografiche in cui si sono riscontrate le varianti, diverse fra loro perché magari le risposte immunitarie sono diverse secondo razze ed etnie.
D: Questa variante è pericolosa dato che voci dicono che i bambini siano a rischio oppure sono supposizioni?
R: Innanzitutto, va chiarito che nessun virus ha l’interesse ad uccidere l’ospite poiché non sopravviverebbe esso stesso. Pertanto, si è visto che le varianti stiano solo determinato una maggiore capacità e velocità di contagio senza per questo motivo essere più letali ma semmai ampliando lo spettro delle fasce di età che vengono colpite. E’chiaro però che se un numero maggiore d’individui viene colpito è più probabile che soggetti fragili e vulnerabili possano andare incontro a complicanze gravi.
D:Il vaccino può aiutare? E’ pericoloso?
R: Non solo il vaccino aiuta perché impedisce o di contagiarsi o comunque di sviluppare le gravi complicanze dell’infezione, ma addirittura, inducendo un’immediata risposta anticorpale nell’individuo che riceve il vaccino, si riduce notevolmente la carica virale e pertanto anche il soggetto vaccinato potrebbe essere a sua volta meno contagioso se contaminato. Non vi è alcun pericolo specifico all’inoculazione del vaccino poiché non viene iniettato alcun virus nell’organismo ma solo il messaggio proteico del solo spike virale (da cui “vaccino ad mRNA”, cioè messaggero dell’acido ribonucleico che determina la trascrizione di quella parte di genoma virale) il quale a sua volta viene riprodotto in una certa quantità all’interno della cellula ospite (cioè nel citato ribosoma che ho già definito come una sorta stampante 3D) per indurre nell’organismo una risposta immunitaria che “impara” a riconoscere il virus dai suoi spike (che il vaccino ha riprodotto nell’individuo) e quindi a circoscriverlo e distruggerlo se successivamente ne dovesse venire a contatto. Aggiungo che gli attuali vaccini in distribuzione riescono ancora a coprire buona parte delle varianti, specialmente quella inglese che in questo momento è la più diffusa in Europa, mentre su quelle brasiliana e sudafricana si sta già provvedendo ad aggiornare la sequenza genomica dei vaccini stessi nell’eventualità fosse necessario un richiamo vaccinale specifico.
D: Lei aderirà alla somministrazione del vaccino come medico di famiglia?
R: Sarà un dovere non solo contrattuale ma persino etico aderire alla campagna di vaccinazione anche perché più popolazione si riesce a vaccinare nel minor tempo possibile e più non solo si abbasserà l’indice di contagio e trasmissione ma anche lo sviluppo di ulteriori varianti. Il problema però è fare i conti con la maneggevolezza di alcuni vaccini per via della loro modalità di conservazione, con la burocrazia che è necessario affrontare prima della somministrazione e soprattutto con la loro fornitura e distribuzione che ancora va a rilento. Non è pertanto detto che nella nostra regione non si decida di effettuare le vaccinazioni sempre e solo presso i centri già approntati dall’ASP per tale scopo, magari con il supporto dei medici di famiglia negli orari extra-studio.
D: Perché è importante vaccinarsi?
R: Dal punto di vista scientifico ho già risposto; tuttavia aggiungo: perché è un dovere etico e morale nei confronti dei nostri cari e dell’intera comunità civile per salvaguardarne il bene supremo che è la salute.
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