Sabato prossimo iniziano le celebrazioni per i 250 anni dalla morte di Raimondo di Sangro, VII principe di Sansevero (Torremaggiore, 30 gennaio 1710 – Napoli, 22 marzo 1771).
Per l’occasione all’interno della Cappella Sansevero (quella del celebre Cristo Velato, statua ammirata da tutti i turisti che capitano nella città del Vesuvio) l’Ensemble Barocco di Napoli terrà il “Concerto per il principe”.
L’evento sarà trasmesso sabato 20 marzo alle 19.30, in contemporanea sul canale Facebook del Museo Cappella Sansevero e sul canale YouTube dell’Associazione Scarlatti.
Raimondo di Sangro fu un ingegno multiforme: uomo d’armi, letterato ed editore, primo Gran Maestro della Massoneria napoletana, prolifico inventore, intraprendente mecenate, geniale ideatore del progetto iconografico della Cappella Sansevero.
La sua figura, per certi versi misteriosa ed alchemica, impressionò lo scrittore Luigi Capuana (Mineo 1839 – Catania 1915), esponente del Verismo, ma anche appassionato di spiritismo, occultismo e di fenomeni paranormali.
In un volume pubblicato a Catania nel 1892 così il romanziere si esprime sul principe di Sansevero:
“Tattica, invenzioni militari, invenzioni pirotecniche (il verde-mare, il verde-smeraldo, il rubino, il pavonazzo, il giallo che oggi ammiriamo nelle girandole furono scoperti da lui, come pure i razzi col fischio e gli altri, dei quali pare perduto il segreto, «con un ben chiaro e distinto canto di uccelli, il quale senz’altro estraneo aiuto era dallo stesso fuoco prodotto») invenzioni idrauliche, architettoniche, artistiche; studî di lingue antiche e moderne, di filosofia, teologia, storia e antiquaria, non gl’impedirono di trovar il tempo per isbizzarrirsi con la lettera apologetica e con la invenzione del nuovo alfabeto dei Quipu, dell’antico essendo rimasto soltanto il nome e il ricordo”. (Luigi Capuana, Don Raimondo di Sangro, da Libri e teatro).
Raimondo di Sangro intrattenne rapporti con i più grandi compositori del Settecento napoletano e nutrì anche per la musica un profondo interesse personale.
Il programma proposto dall’Associazione Alessandro Scarlatti (la più antica istituzione concertistica del Sud Italia) per il “Concerto per il principe” include quattro compositori: Alessandro Scarlatti (1660-1725), Domenico Gallo (1730-1768), Francesco Mancini (1672-1737) e Leonardo Leo (1694-1744), tutti fortemente rappresentativi dell’epoca in cui visse il principe di Sansevero. Alcuni di essi, inoltre, ebbero relazioni dirette con la famiglia di Sangro.
L’Ensemble Barocco di Napoli è composto da Tommaso Rossi, flauto dolce e traversiere; Rossella Croce e Marco Piantoni, violini;Manuela Albano, violoncello; Giorgio Sanvito, contrabbasso; Patrizia Varone, clavicembalo.
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