I pellegrinaggi mariani nel mondo cattolico hanno una popolarità impensabile nelle altre confessioni cristiane. Abituale meta dei pellegrini è il santuario di Fatima, in Portogallo, dove il 13 maggio 1917 tre pastorelli riferirono di aver avuto in visione l’annuncio del trionfo del Cuore Immacolato di Maria e la conseguente pace del mondo successiva alla conversione della Russia.
Il culto della Madona di Fatima fu così abbinato a quello del Cuore Immacolato.
Nel 1942 – si era in piena guerra – il pontefice Pio XII, in riferimento all’apparizione di Fatima, consacrò il mondo al Cuore Immacolato e così facendo sotto sotto indirizzò un messaggio agli ortodossi russi e slavi, ai comunisti e all’Unione Sovietica nata dalle ceneri dell’impero zarista.
Nel dopoguerra la società si secolarizzò e la Chiesa cattolica perdette ascendente sui singoli individui. Il Vaticano contrattaccò con la Pastorale del Turismo (il tempo libero induce al peccato!) e con la Peregrinatio Mariae, cioè con la Madonna viaggiatrice. Statue di Madonne incominciarono a girare in lungo e largo proprio quando si diffuse il turismo di massa. Destinatari delle sacre visite furono soprattutto gli operai da convertire nelle fabbriche del Triangolo industriale. La Peregrinatio Mariae ebbe funzione anticomunista: difatti si incrementò al tempo delle elezioni del 18 aprile 1948 e proseguì durante la Guerra fredda, negli anni che videro la contrapposizione tra il blocco sovietico a quello occidentale.
Padre Gabriele Amorth, il celebre esorcista, a quanto pare nel 1958 si adoperò per consacrare l’Italia al Cuore Immacolato di Maria. Si rivolese per questo scopo ad un arcivescovo suo amico che a sua volta sottopose la questione alla CEI (Confederazione Episcopale Italiana). Padre Amorth ottenne pieni poteri per porre in essere la sua idea: far peregrinare la statua della Madonna di Fatima per tutti i capoluoghi di provincia italiani (ma secondo altra fonte il vero promotore fu il gesuita padre Mario Mason, fondatore del “Movimento eucaristico mariano”).
Ovviamente occorreva far arrivare la statua in Italia con l’aereo per poi farla peregrinare in elicottero tra un capoluogo e l’altro. Ma come procedere per i viaggi aerei? Il “divo Giulio” Andreotti consigliò di rivolgere un appello ai cavalieri dell’Ordine di Malta che difatti misero a disposizione aerei ed elicottero. Così nel 1959 l’Italia venne consacrata al Cuore Immacolato di Maria.
Catania fu scelta per la solenne cerimonia che si tenne il 13 settembre 1959, in contemporanea con il XVI Congresso eucaristico nazionale, avvenimento importante nell’abito della devozione mariana.
L’arcivescovo Guido Luigi Bentivoglio fece approntare la grande liturgia. Giorgio La Pira ne scrisse. Migliaia di persone si accalcarono in via Etnea e in piazza Giovanni Verga (un tempo piazza Esposizione) per pregare in processione davanti la statua di Nostra Signora di Fatima, madonna viaggiatrice per eccellenza e pellegrina tra i pellegrini. Ci restano le foto, le immagini video e, per chi c’era, il ricordo bello e nostalgico ad un tempo di quella Peregrinatio Mariae.
Quel fatto ebbe grandi ripercussioni spirituali e non solo. Nel 1960 uscì “La dolce Vita” di Federico Fellini e in una scena del film un elicottero trasporta una statua (ma è di Cristo) pendente da una fune. Era un dichiarato richiamo a quel fenomeno religioso di massa che era stato strumentalizzato politicamente dalla Chiesa.
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