Per la prima volta alla SCAM il Duo David: la Società Catanese Amici della Musica, ospiterà all’interno della nuova stagione concertistica “Incontri d’arte”, la coppia composta dalla pianista Giulia Russo e dal violoncellista Francesco Angelico

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Per la prima volta alla SCAM il Duo David: la Società Catanese Amici della Musica, ospiterà all’interno della nuova stagione concertistica “Incontri d’arte”, la coppia composta dalla pianista Giulia Russo e dal violoncellista Francesco Angelico

COMUNICATO STAMPA

Catania – Una, apprezzata pianista l’altro stimato violoncellista. Insieme formano il Duo David il cui nome rimanda alla Lega istituita da Robert Schumann con l’intento di preservare e difendere la musica come arte dal valore assoluto. Per Giulia Russo e Francesco Angelico, la musica non è solo interpretazione, coinvolgimento ma anche ricerca. Un trinomio che sabato 12 giugno 2021 alle ore 19.00, all’Auditorium dell’Istituto Sacro Cuore in via Milano 47, si potrà ascoltare in tutta la sua potenza. Si va così ad arricchire con un nuovo imperdibile appuntamento la stagione concertistica della Società catanese amici della musica intitolata, “Incontri d’arte”, proprio per esaltare la commistione fra generi artistici. E quale occasione migliore se non quella di mettere insieme due giovani eccellenze del territorio etneo che offriranno un concerto unico nel suo genere in cui le eleganti sonorità di Johannes Brahms si coniugheranno allo stile fiorente di Francesco Cilea per concludere con un inno alla sicilianità scritto da Giovanni Sollima per la serie televisiva basata sul romanzo di Vitaliano Brancati, “Il bell’Antonio”.

«La nostra proposta concertistica – spiega Giulia Russo – spazia ampiamente tra le epoche, gli stili e le concezioni musicali che riguardano prettamente la musica strumentale e che riflettono il contesto culturale dal quale sono scaturite. Il concerto si aprirà con la “Sonata op. 38” di Johannes Brahms, vero caposaldo del repertorio per violoncello e pianoforte, considerato uno dei massimi capolavori per questa formazione. È un’opera a noi molto cara, in quanto ci ha accompagnati costantemente nel nostro percorso di crescita come duo e sin dalle prime fasi ci ha guidati nel prendere consapevolezza di cosa significhi suonare insieme, ricercando il dialogo, la precisione e l’espressività».

Iniziata nel 1862 durante una lunga tournée, la Sonata in Mi minore venne ripresa e conclusa, con il Finale in forma di fuga, nel 1865. L’opera dedicata a Josef Gänsbacher, insegnante di canto e violoncellista dilettante, riflette la ricerca di Brahms per trovare la propria impronta cameristica. Oltre a ricreare un dialogo perfetto tra i due strumenti, la sonata è ricca di rimandi come quelli all’Arte della fuga di Bach che ritroviamo nel primo movimento e nel finale, che è una mediazione tra la fuga e la forma di sonata, ricalcati sul soggetto del Contrapunctus 13. Il secondo movimento, Allegretto quasi Menuetto, rievoca invece l’epoca classica. Alcuni elementi di affinità si possono cogliere poi nella sonata del compositore tedesco Bernhard Romberg (1767-1841), che Brahms utilizzò come modello e fonte d’ispirazione per la parte del violoncello.

«La Sonata di Cilea, ironia della sorte anch’essa op. 38 – evidenzia Angelico – fa parte di quel filone di composizioni poco conosciute, appartenenti alla scuola strumentale italiana, che solo di recente stanno riemergendo, destando l’interesse di musicologi ed esecutori. È una vera e propria chicca, un gioiello musicale intinto di freschezza, intensità e cantabilità del tutto italiana ma con una costruzione formale sicuramente non indifferente alla tradizione strumentale d’oltralpe». Conosciuto maggiormente come operista, con L’Arlesiana e l’Adriana Lecouvreur, Francesco Cilea compone la Sonata op. 38 in Re Maggiore nel 1888, ad appena ventidue anni. Si tratta di un lucido esempio della sua spontaneità melodica e dell’eleganza armonico-timbrica. L’Allegro moderato iniziale, bilanciando alla perfezione i due strumenti, si lascia apprezzare per la freschezza e il lirismo. La successiva Alla romanza, svela un melanconico Notturno tipico di certi autori slavi mentre l’Allegro animato finale fa emergere accanto alla vena solare del compositore calabrese le armonie e le sonorità di Chabrier e Debussy. «Il concerto – chiosano i due artisti – si concluderà con Il Bell’Antonio del compositore e violoncellista siciliano Giovanni Sollima. Un brano dalle tinte molto forti, quasi viscerale, che adoriamo e che proponiamo spesso al pubblico. Un piccolo cadeau per chi condivide con noi tempo ed emozioni».

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