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Scoperte archeologiche nella Valle dei Templi e nel mare di Filicudi. A Lipari sorgerà il museo della pietra pomice

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Scoperte archeologiche nella Valle dei Templi e nel mare di Filicudi. A Lipari sorgerà il museo della pietra pomice

Chi un tempo visitava la Valle dei Templi si chiedeva: dov’è l’antico teatro? Adesso la risposta c’è: il teatro, invano cercato per secoli, sta emergendo dai cantieri di scavo avviati da un lustro. Un recente importante ritrovamento – il pavimento nell’area del teatro ellenistico – è avvenuto nelle stesse ore in cui nelle acque di Filicudi avveniva la fortuita scoperta di tre anfore che permettono di aggiungere un tassello nella ricostruzione della storia di un tratto di mare che non interessa solo le Eolie ma tutta la Sicilia e il Mediterraneo antico. Nella vicina Lipari, intanto, veniva annunciata la creazione di un Museo e un Parco geominerario dedicati alla pietra pomice, un materiale di origine vulcanica che con l’ossidiana veniva esportata già in epoca preistorica fuori dall’arcipelago eoliano.

I retroscena della ricerca archeologica sono avvincenti, ma la vita quotidiana di un archeologo non è certo un romanzo. Molte fatiche richiede la divulgazione archeologica, che rende accessibili al vasto pubblico le scoperte e gli studi. I nuovi indirizzi della “public archaeology” prevedono vari sistemi: lasciare “aperti” gli scavi, per far conoscere ad un pubblico vasto e non necessariamente esperto il modo di lavorare degli archeologi; valorizzare le collezioni di un museo attraverso l’esposizione di reperti inediti custoditi nei depositi; coinvolgere visitatori e turisti in progetti che trasformino i luoghi della cultura in centri di coesione sociale.

Il patrimonio archeologico siciliano è immenso e permette di comprendere le radici storiche a base della comune cultura mediterranea (cioè europea). I “tesori” che riaffiorano dal passato sono pertanto di sommo interesse. Gli antichi siti e reperti – che ci restituiscono spaccati di vita religiosa, di vita privata e di realtà locali ormai perduti o dimenticati – devono essere protetti soprattutto da politici ed amministratori, funzionari e operatori culturali, capaci e consapevoli del loro ruolo. Un compito importante, quindi, anche per la crescita culturale del territorio.

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