Pasquale Giorgio Giunta Vice Presidente Nazionale A.P.M.P: – Associazione Pescatori Marittimi Professionali :
Dopo quarant’anni che faccio il pescatore penso di potermi permettere qualche riflessione e qualche considerazione sulla pesca, italiana, mediterranea, avendo fatto tutti i tipi di mestieri, tranne la vongolara, e principalmente paranza, dalla pesca sui banchi a quella dei gamberi rossi, quindi penso di essere qualificato abbastanza per potere discutere in merito!
La pesca nel Mediterraneo, ed in particolare in Italia sta chiudendo, alcuni mestieri, come quello della pesca dei grandi pelagici, come il pesce spada ed ancora di più il tonno rosso, esercitata con la circuizione ed il palangaro ancora resiste, ma solo per chi ha capito l’andazzo e si è coalizzato con altri, pescatori ed operatori del settore, dando vita a gruppi che operano, legalmente, e che hanno trasformato una pesca prevalentemente artigianale in industriale, con l’accaparramento, in maniera legale, di quote per la pesca dei grandi pelagici, specialmente tonno rosso, avendo anche la possibilità economica di realizzare grandi tonnare capaci di catturare grandi quantità di pesce, grazie alle tecnologie ed alla grandissima abilità dei comandanti!
Possibilità non concessa alla piccola pesca artigianale, anche perché incapace di saper leggere gli eventi e di sapersi adeguare alle normative calate dall’alto della commissione europea pesca, che seguendo le direttive dell’ICCAT ha prima ritirato la quota, per redistribuirla in seguito a chi aveva nel frattempo prodotto fatture attestanti la pesca, cosa impossibile per la piccola pesca artigianale, per la sospensione totale della quota!
La fattura è quella che penalizza ogni tipo di pesca, in quanto solo attraverso l’esame della fatturazione che la commissione pesca stabilisce l’entità degli stock ittici, ed in base a ciò elabora regole sempre più stringenti per limitare lo sforzo di pesca!
Non si basa su studi scientifici, ma sul fatturato che dimostra la diminuzione del pescato negli ultimi 10 anni!
Giustissimo, solo che negli ultimi 10 anni la flotta peschereccia, di ogni tipo di mestiere, è diminuita del 50%, e di conseguenza è diminuito il fatturato, quindi, tutti gli allarmi sullo sfruttamento eccessivo degli stock ittici sono da rivedere, da valutare tramite validi studi scientifici, fatti da ricercatori competenti, possibilmente non legati a nessuna ONG, che usano i loro dati per la ricerca continua di finanziamenti, non certo per il bene dell’ambiente !
È grave tutto ciò!
È grave perché se è stato fatto scientemente è un danno enorme per l’economia di tutto il Mediterraneo, soprattutto per la piccola pesca, che si trova ad essere vessata da regole assurde, dall’importazione selvaggia, spesso spacciata per pesca nazionale!
Tutto ciò con la connivenza dei politici, del governo nazionale, regionali, di tutti quelli che partecipano ai tavoli Medac, che promettono ogni tipo di studio scientifico, salvo che, dopo aver preso i voti dei pescatori lasciarli con i loro problemi, normalmente dando la colpa ad altri!
È grave perché si è voluto danneggiare la pesca mediterranea con cognizione di causa!
Occorre denunciare con forza questa vergogna, chiedendo a tutti i pescatori del Mediterraneo di aderire ad una petizione da portare in commissione pesca europea per denunciare la malafede con cui si è agito sinora! Il problema è di tutta la pesca, le quote stanno riguardando tutta la pesca in genere, perché dalle fatturazioni risulta un drastico calo del pescato, omettendo però la diminuzione drastica delle flotte!
Non sto dicendo che non ci vogliono regole sulla pesca, anzi il contrario, regole però basate su studi scientifici attendibili, che tengano conto oltre che dello sforzo di pesca, del traffico navale e dell’inquinamento prodotto, sicuramente molto di più dei pescherecci, dell’inquinamento ambientale dati da scarichi civili ed industriali, mai controllato in maniera efficace, dalla plastica in mare e persino dalla pesca illegale e da quella extracomunitaria esercitata in maniera massiccia da flotte più grandi di quelle comunitarie ma prive delle regole che ci stanno facendo chiudere!
Ricapitolando, saremo capaci di coalizzarci seriamente, superando tutto ciò che ci divide, senza pensare al proprio orticello, senza che nessuno si senta estromesso da salvatore della patria?
Saremo capaci di coinvolgere tutti i paesi comunitari del Mediterraneo?
Se non faremo così preparatevi a mangiare filetti di pangasio !
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La F.A.S. – Federazione Armatori Siciliani in piena sintonia con l’A.P.M.P. – Associazione Pescatori Marittimi Professionali rivolgono un’appello a tutti i Deputati regionali e nazionali, al Presidente della Regione Siciliana, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai vari assessori Regionali all’Agricoltura e Pesca e al Ministro per le Politiche Agricole Alimentare e Forestali : “occorre cambiare rotta visto che centinaia di milioni di euro spesi negli ultimi vent’anni in favore di fantomatici progetti destinati allo sviluppo del comparto non hanno prodotto nè posti di lavoro, nè sviluppo economico e lavoro, nè ripopolamento ittico, ma solo finanziamenti a pioggia per progetti inutili e spesso mai realizzati e/o realizzati solo in parte – utili solo a favorire i già conosciuti volponi e/o comitati d’affare interessati solo ai soldi destinati alla pesca, e, la prova certa è riscontrabile da chiunque semplicemente valutando l’assenza di marchi di qualità del pescato tutti sconosciuti a pescatori, armatori, commercianti e, agli stessi cittadini utenti consumatori” . Occorre che finalmente si faccio sul serio.
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