Un grosso lucchetto al cancello principale con porte e finestre sbarrate. Qual è il destino per l’ex plesso della scuola “XX Settembre” di via Santa Sofia? Nel corso dei vari incontri e conferenze dei servizi, già in passato come consigliera comunale, ho avuto modo di appurare come moltissime scuole siano state chiuse e abbandonate al proprio destino. La sottoscritta, Ersilia Saverino, più volte ha ribadito la necessità di creare cultura e dialogo per combattere il disagio sociale che, dal centro alle periferie, colpisce tutta la città. Da Picanello a Librino, fino al quartiere di Cibali, una scuola chiusa e lasciata in stato di abbandono rappresenta una sconfitta per tutti. Luoghi che possono essere recuperati e riconsegnati alle comunità per creare centri di socializzazione che siano da trampolino di lancio per il riscatto sociale di grandi territori. Per la struttura di via Santa Sofia si tratta di un problema che va avanti da oltre dieci anni. Un impianto al centro di idee e proposte che non sono mai diventati fatti concreti. Nel 2009 alcuni componenti di una associazione occuparono l’ex scuola che, dati alla mano, presenta ancora alcuni locali dichiarati inagibili dall’amministrazione. La questione principale è che la rivalutazione e il recupero di questo tipo di immobili può essere attuata attraverso una strategia concordata tra enti no profit e istituzioni politiche e sociali. Agire in totale autonomia può portare ad una “corsa alla struttura abbandonata” tale che in pochi giorni chiunque può occupare un edificio, una piazza o uno slargo e farne la sede del proprio comitato o della propria associazione. Ripensare e rivedere quindi il significato e l’importanza che siti simili hanno per lo sviluppo sociale e culturale di un territorio e per una maggiore vivibilità dello stesso è fondamentale.
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