Il turista che percorre la strada che da Palermo va verso Mazara del Vallo sempre più spesso fa una deviazione per andare a visitare, a pochi chilometri da Partinico, un pugno di vecchie case che un dinamico imprenditore del luogo ha fatto ridipingere con i colori vivaci ispirati alle tipiche architetture del Mediterraneo: nel Borgo Parrini le facciate hanno il candido intonaco della Grecia, le tessere a mosaico bianche e blu del Portogallo e della Tunisia, l’ocra della Spagna con un tocco di Messico e di autentica Sicilia.
Per colorare i muri è stato usato anche l’azolo, il colore azzurro usato un tempo per lavare il bucato bianco e colore largamente utilizzato per dipingere le abitazioni siciliane. Nel borgo però aleggia soprattutto l’estro artistico di Antoni Gaudì e, nello spirito di quell’architetto barcellonese, sono state apposte dappertutto decorazioni fatte di variopinte tessere di ceramica, che creano allegria e buonumore assieme ai murales, agli usci colorati di giallo, alle piante ed ai fiori che crescono abbondanti nei terrazzi. Un piccolo paradiso.
Il mare non si vede da Borgo Parrini, pur essendo molto vicino. Né si scorgono tutto attorno altri centri abitati. Proprio questo senso di isolamento che il borgo ha, conseguente alla specifica condizione morfologica del territorio, è percepita dal turista come una condizione di felice separazione. Molti sono gli avventori che – spinti dalla voglia di gustare la pizza al limone oppure u vota e sbota” (una focaccia di grano duro che fa un passaggio rapido in forno, rigorosamente a legna, e viene girata e rigirata vota e sbota) – hanno eletto Borgo Parrini a luogo ideale per trascorrere d’estate le ore serali, sino a notte fonda, lontano dal caldo e dalla congestione delle città.
Il curioso nome del borgo deve essere rintracciato nella sua storia. Furono i gesuiti i “parrini” a possedere i fondi attorno a quel villaggio agricolo. Dopo la loro cacciata dal Regno delle Due Sicilie, Borgo Parrini passò al duca D’Aumale (straordinario personaggio di cui molto si potrebbe dire) che vi produsse con modalità proto industriali il vino moscato Zucco, imbottigliato ed esportato fuori dall’isola. La decadenza successiva è ormai un ricordo: nuovi e giovani imprenditori stanno dando nuova vita a Borgo Parrini ed alla micro economia legata al turismo gastronomico.
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