Il mai compianto abbastanza Leonardo Sciascia ci insegnò che il cretino crede che la difficoltà sia profondità: era ed è una amara verità. Credevamo non ci fosse niente di peggio e invece … chissà cosa avrebbe scritto oggi il maestro di Racalmuto dell’esplosione della comunicazione via web e dell’avvilente epifenomeno che ne consegue della riduzione della complessità a favore di categorie semplicistiche ed elementari, che si esplicano attraverso domande del tipo:
– Sei vaccinato, non vaccinato?
– Sei no-vax? Sei pro-vax?
e dei corollari banali quanto sommari che da esse discendono.
Personalmente preferivo un mondo dove ti veniva chiesto “sei religioso/credente? Sei ateo?”, domanda dietro la quale poteva nascondersi un mito, una esperienza numinosa o una filosofia di vita, una credenza folkloristica, l’eco di una cultura d’appartenenza secolare o millenaria.
Oggi tale domanda, è caduta in disuso, essendo stata sostituita da altre più “urgenti”, come “Sei no-vax, pro-vax?” e simili.
L’ incapacità di riuscire a sorreggere la complessità che oggi abita il mondo (interno ed esterno) si traduce proprio nella vuota e sintomatica riduzione della stessa complessità a due categorie insignificanti quanto quelli che le usano: “no vax”, “pro vax”.
Il bianco e il nero che negano l’arcobaleno: roba da matti.
Da studioso e osservatore dei fenomeni sociali rabbrividisco di fronte a tali scempi culturali, a tali riduzioni della complessità, specie quando vengono fatte, accettate e perpetrate anche in ambito scientifico.
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