Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Su Rai1 la prima puntata di “Prodigi – La musica è vita”: casi di reincarnazione?

Home Psiche, società e arte Su Rai1 la prima puntata di “Prodigi – La musica è vita”: casi di reincarnazione?
Su Rai1 la prima puntata di “Prodigi – La musica è vita”: casi di reincarnazione?

La prima puntata di “Prodigi – La musica è vita”, è andata in onda su Rai1 in prima serata presentata da Gabriele Corsi e da Serena Autieri, già conduttrice della scorsa edizione. Nove giovanissimi talenti, dai 10 ai 16 anni, si sono messi alla prova tra canto, danza e musica. La giuria che li ha votati era composta da sei noti personaggi: Malika Ayane e il maestro Peppe Vessicchio per il canto, Samanta Togni e Luciano Cannito per la danza, Ermal Meta e Laura Marzadori per la musica.

Quasi il 12% degli italiani, secondo i dati di ascolto Auditel, ha assisto a questo programma. Evidentemente il pubblico è affascinato dai bambini prodigio. Ma possono essere definiti tali i giovanissimi che si sono esibiti in TV?

La definizione di “bambino prodigio” è precisa: è tale chi nasce dotato di facoltà eccezionali e precoci, non riscontrabili nei genitori o in altri antenati. I biologi per spiegare la nascita di bambini dotati di qualità geniali o di particolari capacità ipotizzano la teoria delle mutazioni o quella dell’atavismo. Altri studiosi parlano invece di influsso dell’ambiente più che di eredità genetica.

Anche la parapsicologia – dottrina che studia i fenomeni anomali in modo pseudoscientifico- si occupa dei bambini prodigio. Spiega la loro esistenza con la “teoria delle vite successive”, cioè con la reincarnazione. In base a questa convinzione l’anima è immortale e trasmigra di corpo in corpo portando con sé le qualità e i difetti acquisiti nelle vite precedenti: pertanto le doti precoci derivano da qualità e capacità possedute dalla personalità precedente. I bambini prodigio assimilano con disinvoltura come se in loro si risvegliassero nozioni già conosciute ed antiche. Per loro imparare significa ricordare, perché conservano ancora vive le acquisizioni delle vite precedenti.

A questo punto – come diceva la buonanima di Pazzaglia – la domanda sorge spontanea. L’incredulo si chiede: se davvero i genitori forniscono al nascituro soltanto il materiale genetico per lo sviluppo dell’embrione, se davvero esiste la grande legge della reincarnazione, se davvero tutti noi abbiamo qualità spirituali e un’anima derivati da vite precedenti, perché i bambini prodigio rappresentano un fenomeno cosi raro?
La risposta di chi crede nell’immortalità e trasmigrazione dell’anima (metempsicosi) è questa: i bambini prodigio sono illuminazioni necessarie affinché gli uomini capiscano la realtà profonda; e sono paragonabili ai vulcani: ce ne sono pochi al mondo ma grazie a loro sappiamo cosa c’è sotto la crosta terrestre. Amen.

Guardiamo adesso le cose da un’altra angolazione e, pur affermando che i bambini prodigio manifestano precocemente delle doti, in anticipo rispetto alla norma, è anche vero che tali doti devono essere coltivate con impegno e tenacia. I bambini di talento, dotati di predisposizioni naturali o attitudini, sono quasi sempre supportati da genitori impegnati a coltivarne le doti. Si pensi ad Andre Agassi, uno dei più forti tennisti di tutti i tempi, sottoposto fin dall’età di due anni a durissimi allenamenti dal padre che lo voleva a tutti i costi un campione. Oppure si consideri la biografia di Mozart e di altri personaggi musicalmente molto dotati.

Ma il bambino prodigio per antonomasia fu quello che vedete ritratto nell’illustrazione. Chiamato “Il Bambino Prodigio di Lubecca” visse soltanto 4 anni e 4 mesi (6 febbraio 1721 -27 giugno 1725) strabiliò il mondo e, per il suo ingenium precox, impressionò persino un gigante come Kant.

Condividilo:

Lascia un commento