Con l’arrivo di nuove regole e disposizioni riguardo l’isolamento e testing anti covid, riceviamo la lettera di medici di famiglia che, si fanno portavoce di colleghi medici di medicina generale, in risposta al Commissario all’emergenza covid, dott. Liberti.
Gentile collega, preg.mo Commissario all’emergenza covid per la provincia di Catania, dott. Pino Liberti,
desideriamo informarti del disagio che noi medici di medicina generale stiamo vivendo.
A più di due anni dall’inizio della pandemia, l’assurda situazione in cui noi medici di famiglia ci troviamo a lavorare è rimasta immutata e siamo allo stremo, abbandonati dall’ASP a gestire il caos di una situazione priva di un protocollo univoco, che vede le regole cambiare in base all’interlocutore di turno.
Tuttavia siamo soltanto noi a dover fare i conti con pazienti inferociti, costretti alle loro abitazioni, senza alcun riscontro circa la veridicità di ciò che riferiamo loro e dubbiosi della nostra impotenza.
Moltissime domande rimangono ancora senza risposta: chi è addetto ai certificati di guarigione? Alla fine dei 10 giorni come devono comportarsi i pazienti positivi? Devono attendere le USCA, irreperibili ormai anche a noi colleghi, o devono recarsi all’hub per effettuare il tampone d’uscita con liberatoria del medico di famiglia? Come fanno i pazienti che hanno contratto la malattia da SARS-COV2 ad avere un protocollo di guarigione e vedersi sbloccare il loro green pass? Non sarebbe stato opportuno fornirci l’accesso alla piattaforma per inserire e controllare isolamenti e quarantenne facilitando il nostro compito e rendendo ufficiali i nostri provvedimenti dal momento che ci sembra evidente che il tracciamento sia saltato e non certo a causa nostra? Non sono insufficienti i nostri strumenti e la nostra possibilità d’interfacciarci e dialogare con le USCA? Le disposizioni sono contrastanti e pertanto desidereremmo avere un riscontro scritto circa l’opportunità di assumerci la responsabilità di far recare autonomamente pazienti ancora potenzialmente positivi ad effettuare il tampone di controllo.
Inoltre, come comportarsi con i coabitanti vaccinati di positivi in isolamento? Chi autorizza e come il loro rientro a lavoro?
Essendoci ormai un numero sconsiderato di positivi, è facile comprendere come le innumerevoli telefonate che ogni giorno riceviamo non riescano ad avere risposte uniformi alimentando il disagio nella sempre più numerosa utenza bisognosa di certezze e in preda allo sconforto. Cortesemente, veniteci incontro.
Cordialmente,
Anna Salvo e Dario Zappalà in rappresentanza di un gruppo chat di 256 mmg.
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