L’anno nuovo comincia con un avvistamento: il 18 gennaio, alle 22:51, sarà possibile osservare un asteroide di passaggio accanto alla Terra. Il suo nome è (7482) 1994 PC1. Apparirà simile ad una stella poco luminosa nel cielo notturno, ma basterà un piccolo telescopio amatoriale per ammirare l’enorme sasso cosmico, composto in buona parte di silicio. Classificato come ‘potenzialmente pericoloso’ e con il diametro di circa 1 km, l’asteroide passerà ad una notevolissima distanza dall’orbita terrestre e perciò non sarà una minaccia per il nostro pianeta. Scoperto nel 1994 in Australia da un astronomo, si troverà di nuovo a una distanza simile dalla Terra soltanto il 18 gennaio 2105. Corriamo quindi a guardarlo naso all’insù, per non perdere l’occasione!
Il passaggio ravvicinato dell’asteroide alla Terra ci fa riflettere sulla complessità del nostro sistema solare, che è composto, oltre che da pianeti e comete, anche da asteroidi, cioè da corpi celesti orbitanti attorno al sole. Il più massiccio asteroide della fascia principale del sistema solare fu scoperto il Primo gennaio 1801 a Palermo, dall’astronomo valtellinese Giuseppe Piazzi, che volle chiamarlo Cerere Ferdinandea, in omaggio “alla divinità indigena della Sicilia” (così rivela lo stesso Piazzi) e in onore al re Ferdinando di Borbone, che, nella torre del palazzo reale, aveva concesso e finanziato la costruzione dell’Osservatorio astronomico di Palermo.
La scoperta di Cerere, dapprincipio considerato un “pianetino”, diede grande gloria all’astronomo Giuseppe Piazzi, che però fu anche toccato dalla puntura velenosa dell’invidia da parte di mediocri che cercano sempre di denigrare i meriti altrui: Che cosa fu la scoperta di Cerere? – dicevano – Niente altro che una semplice caso: poteva capitare a chiunque!
Ebbene sia pure. La scoperta di Cerere fu un caso, ma fu anche e soprattutto il frutto di uno sforzo paziente, di una costanza ammirevole, di una applicazione nel lavoro che è dono di pochi.
Giuseppe Piazzi, che era un teatino docente all’Università di Palermo, fu uno scienziato incredibilmente operoso: e quando il re Ferdinando volle far coniare una medaglia d’oro commemorativa della scoperta, l’astronomo lo bloccò; chiese ed ottenne che la stessa cifra fosse destinata a comprare un nuovo strumento per l’Osservatorio, con cui proseguì, mediante diligenti e minute osservazioni, a redigere un Catalogo delle stelle.
In sintesi: la pazienza e lo studio creano il genio.
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