L’ultimo concerto sinfonico al Teatro Massimo Bellini ha avuto come protagonista Giovanni Andrea Zanon, un ex bambino prodigio che, con il suo un meraviglioso violino Guarneri del Gesù (fabbricato a Cremona nel 1739), ha suscitato lo stupore di tutti: accompagnandolo nel Concerto in re maggiore per violino ed orchestra n. 61 di Beethoven, anche gli orchestrali più smaliziati sono rimasti ammirati dalla tecnica del giovane strumentista, nato a Castelfranco Veneto nel 1998, fisico filiforme e bellezza fatale, tanto che lo stilista Giorgio Armani lo ha scelto come icona e gli fornisce gli abiti per le tournee. Forse per fare scena il giovane violinista, subito dopo esser salito sul palco, ha dato troppo a lungo le spalle al pubblico e si è finalmente rivolto alla platea soltanto quando ha cominciato il suo assolo: sembrava “il parente misterioso” del quiz tv.
Di gran talento ed esperienza il direttore d’orchestra Michelangelo Mazza che, alla guida degli eccellenti strumentisti del Teatro Massimo Bellini, ha centrato il suo obiettivo: “In un periodo così difficile – ha dichiarato – il nostro compito principale è portare il bello tra la gente”. C’è riuscito alla grande, qui a Catania, con felicità espressiva. Per qualche ora la mente si allontanata dalle afflizioni quotidiane. Ecco il vero potere terapeutico della musica.
Il concerto sinfonico ha annoverato anche l’esecuzione di due celebri composizioni: l’Overture tratta da “Egmont” di Beethoven e la cosiddetta Sinfonia del Nuovo mondo di Dvorak, eseguita in modo ammirevole, potente quando doveva essere possente, albeggiante quando doveva essere aurorale.
Posti ben distanziati in platea, composta in buona parte da giovani. Calorosi gli applausi.
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