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Se l’Occidente vuole la pace deve digiunare: lo dice papa Francesco

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Se l’Occidente vuole la pace deve digiunare: lo dice papa Francesco

Se l’Occidente vuole la pace deve digiunare. Questo è il significato autentico dell’appello pronunciato da papa Papa Francesco, che ha invitato tutti a fare il prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, una giornata di digiuno per la pace. Possono unirsi a questa iniziativa anche i non cattolici, gli appartenenti ad altre religioni e gli “uomini di buona volontà”.

L’appello del papa non è il primo del genere. Già durante la guerra in Siria, lo stesso pontefice indisse, il 7 settembre 2015, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Medio Oriente, allo scopo di stimolare un concreto movimento di solidarietà e di condivisione con chi si trovava nel bisogno.
Di fronte al conflitto russo-ucraino, Francesco ribadisce adesso il rifiuto della guerra usando un identico linguaggio e uguali modalità di intervento: sul fronte della pace è difficile che un papa possa dire parole nuove o compiere gesti inediti.

Si può nutrire un sano scetticismo sulla utilità di iniziative come questa. Tuttavia anche chi non osserva la dottrina della Chiesa può considerare il valore di una ricerca spirituale che vede nel digiuno una forma di riflessione ed ascesi. La pace si può affermare soltanto se l’amore per il prossimo si fa storia quotidiana, creando comportamenti e mentalità sia sul piano personale che in ambito sociale. Inutile dire di essere pacifisti se poi nelle riunioni di condominio, o durante gli incontri con i docenti a scuola, si fanno fuochi e fiamme peggio che in guerra.

Di conseguenza persino i non credenti, il primo giorno di Quaresima, potranno dedicarsi intensamente al digiuno, una pratica che aiuta a meglio comprendere le difficoltà e le sofferenze di chi è oppresso dalla fame, dalla miseria, dalla guerra, con uno sguardo rivolto anche ai militari, a chi sta in campo, ai combattenti regolari e irregolari di qualsiasi fronte, obbligati a svolgere attività in un contesto spietatamente gerarchico ed in situazioni di pericolo e rischio.

Un pensiero vada, in particolare, ai 3500 soldati italiani che fanno parte dei primi contingenti NATO spediti sul fronte di guerra, così come annunciato poche ore fa dal premier Draghi.

Nella foto protesta a Pietroburgo contro la guerra.

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