Il meccanismo in cui si sostanzia la relazione è la comunicazione. Senza comunicazione la relazione non si realizza; e se già c’è, senza comunicazione, la relazione muore. È una verità oramai riconosciuta. È antica, gli stessi greci l’hanno “canonizzata” in diversi miti. Quella di Eco e Narciso, per esempio.
Eco è una delle Oreadi, le ninfe delle montagne. Riporta Ovidio che Giove la indusse ad utilizzare la propria loquacità per distrarre la moglie Giunone. In questo modo il re degli dei avrebbe avuto via libera per i propri amori furtivi. Accortasi dell’inganno Giunone punì Eco privandola della possibilità di formulare proprie parole e condannandola invece a dover ripetere le ultime parole che udiva.
Narciso era un giovane di straordinaria bellezza, figlio della divinità fluviale Cefiso e della ninfa Liriope. Chiunque lo incontrasse, uomo o donna, s’innamorava di lui. Narciso rifiutava tutti.
Eco si innamorò perdutamente di lui. Non poteva però dichiaragli il suo amore. Continuò a ripetere le parole che le erano rivolte fino a che Narciso respinse anche lei.
La ninfa pianse fino a consumarsi così che di lei rimase solo la voce che ancora riecheggia per le montagne.
Nemesi decise di punire Narciso per la sua crudeltà facendolo innamorare della sua immagine riflessa in uno specchio d’acqua. Non riuscendo a raggiungerla nonostante i suoi sforzi sperimentò anche lui le pene di un amore impossibile. Senza mangiare e bere infine morì. A posto del suo corpo fu ritrovato un fiore dalla corolla bianca che ancora porta il suo nome.
Ecco! Comunicare è dare vita alla relazione, è vivere.
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