Stamattina, nella stessa giornata in cui “Trame Di Quartiere Società Cooperativa Sociale di Comunità” lancia l’iniziativa della lettura collettiva di “Insegnare a trasgredire” della scrittrice femminista nera bell hooks (n.d.a:nominativo in minuscolo perché la scrittrice scrive così il suo nome e cognome) che “elogia il margine” come spazio di resistenza invitando a lottare non “per” ma “con” i soggetti oppressi – nelle strade di San Berillo, proprio di fronte alla sede di Trame di Quartiere, sono apparsi sui muri dei manifesti con contenuti che citano la scrittrice e sotto dei commenti di denuncia sia all’iniziativa in sé fatta da “uomini bianchi” che “parlano di sessismo e razzismo nelle loro stanze”, sia ai processi di rigenerazione urbana in atto nel quartiere “fatta a suon di aperitivi e djset, senza avere cura di chi abita un posto”, come recita uno dei manifesti. La denuncia sembra investire anche chi dà vita a progetti sociali, tant’è che un altro manifesto, facendo riferimento alle parole della scrittrice che parla del focolare domestico e della casa come il luogo per «costruire una vera comunità di resistenza» sostiene che “il focolare non è il socialhousing. L’umanità non è ospitare associazioni umanitarie. La solidarietà non è fare crowdfunding. L’ospitalità non è farti entrare solo se hai un contratto”.
Chi ha realizzato i manifesti si chiede “che fine hanno fatto le persone che vivevano qua dentro? Dove finiranno le persone che vivono qua fuori?” e sembrano dichiarare volontà programmatiche: “Avete sgomberato una volta, non riuscirete a svuotare il quartiere”.
San Berillo, insomma, non ha smesso di r/esistere e ad essere coinvolti a Catania saranno in tante e in tanti.
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