In questo momento storico e, in questo periodo dell’anno, proseguire con il blocco dei pescherecci rischia di danneggiare ancora di più le IMPRESE DI PESCA già in forte CRISI.
La Federazione Armatori Siciliani ha espresso la volontà di continuare con lo “STATO DI AGITAZIONE” pur rinviando la protesta, da molti rappresentata, a loro dire, tramite il rifiuto di andare a votare, o meglio ancora, consegnando scheda bianca, dentro le urne, alle prossime tornate elettorali che riguarderanno le regionali in Sicilia e, le prossime elezioni nazionali, visto che a parere di molti lavoratori e armatori, non si sentono rappresentati, visti i risultati, da nessuno.
La F.A.S. – così come dichiarato da Natale Pipitone, ha un alto e spiccato senso di fiducia nello Stato, ed ha molta sensibilità nell’affrontare le problematiche dei singoli aderenti, nonché, nel rispetto dei cittadini utenti.
La Federazione Armatori Siciliani, ha recepito le eterogenee singole problematiche della marineria, queste profondamente su variegate problematiche.
Per quanto adito, desta enorme preoccupazione sociale alcune motivazioni addotte, che certo in una società civile non dovrebbero accadere.
Innanzi a padri di famiglia entrati nella spirale di un vortice di debiti, e che sperano di risanare la propria posizione finanziaria, anche il caro gasolio si pone da ostacolo da superare, di fatto e di diritto si precisa che a nessuno può essere tolta la possibilità di sopravvivenza.
La Federazione Armatori Siciliani per quanto emerso, prende consapevolezza che sia giusto e corretto lasciare ognuno, libero di aderire o meno allo sciopero, sollecitando alle marinerie di non additare i nostri compagni di mare per le motivazioni sopra enunciate.
Ogni singolo armatore e/o pescatore, è libero di aderire o meno allo sciopero, ciò non toglie che la protesta di votare schede bianche alle prossime elezioni, sia il modo più democratico e di contrasto ad una politica che non recepisce che se affondano le attività produttive, affondano anche loro.
Chiediamo pertanto l’adesione libera allo sciopero, rivolgendoci agli agricoltori, ai trasportati, ed un contributo ai rivenditori del pescato che sono costrette a chiudere le proprie attività, nonché, ai ristoratori che non potranno avere il pesce fresco nelle proprie attività, ed ai cittadini utenti che trovano i banchi del pesce chiusi, in quanto, il problema caro carburante ci
costringe ad essere tutti nella stessa barca, le nostre problematiche sono anche le loro.
Al Governo Nazionale e al Governo Regionale chiediamo di attivarsi sul risparmio dei costi di produzione attraverso le procedure di defiscalizzazione del carburante che prevede il rimborso del 70% delle accise che gravano sul costo del carburante, eliminando le lungaggini burocratiche che soffocano le attività e che hanno un ulteriore aggravio per attuare le giuste procedure.
Nella consapevolezza della defiscalizzazione delle accise che è riconosciuta dall’Agenzia delle Dogane ed è regolata dal testo Unico Accise (D. L.gs. 504/95) e circolari relative 5/D del 12/03/2010 e 25/D del 11/08/2011, ai sensi delle quali, le aziende possono ottenere una riduzione dell’accisa sul gasolio pari a 0,43 €/litro.
La Federazione Armatori Siciliani a seguito delle problematiche generate dal covid-19 e oggi della guerra, chiede al Governo Nazionale e Regionale un ulteriore sforzo nella defiscalizzazione totale delle accise, per garantire alle attività produttive della catena alimentare la ripartenza delle attività e l’uscita da una spirale, che come una tromba marina sta risucchiando le
attività produttive nel baratro.
La Federazione Armatori Siciliani non vuole la guerra con le istituzioni, ma chiede a Questi, di consentire di lavorare e fare ripartire il paese, nonché, attuare un confronto tra cittadini utenti e imprenditoria, al fine di confrontarsi su idee innovative che consentano la crescita e lo sviluppo del territorio.
Va sottolineato che in Sicilia sono raffinati il 60% dei carburanti e che di fatto hanno comportato devastazioni ambientali e alti tassi di malattie terminali, vedi Priolo e Gela.
Malgrado i padri nobili dell’Autonomia Siciliana hanno saputo mettere per iscritto lo Statuto Siciliano, ancora oggi, assistiamo ad una politica Siciliana che non ha mai letto e applicato lo Statuto Speciale Siciliano.
Anche se a casa nostra rimangono i danni ambientali, va sottolineato che in Valle D’Aosta, pur non avendo alcuna raffineria, godono dei privilegi speciali di esenzione fiscale sul carburante, grazie ad un accordo Stato – Regione di dichiarata zona franca, che a noi Siciliani non viene riconosciuto.
L’attuale situazione sui costi del carburante ogni giorno in aumento, senza alcun dubbio produrrà la conseguente riduzione dei livelli occupazionali, in quanto, per tentare la sopravvivenza necessita limitare i costi nella speranza di sopravvivere.
Si dovrà pertanto sacrificare parte dell’equipaggio dei pescatori, attivando una ulteriore lotta fratricida, la cosiddetta guerra tra i poveri.
A causa del caro gasolio e del blocco delle marinerie, sta arrivando a casa nostra pesce estero spacciato per le nostre specie autoctone, si rileva che la quantità tra offerta e domanda è sbilanciata e di conseguenza le ricadute sui prezzi del pesce sono in salita, con ulteriori notevoli ricadute sulle tasche dei cittadini che anche loro sono costretti all’impoverimento.
In tutto questo, osserviamo indifferenza della classe politica regionale e nazionale, sembrerebbe emergere la volontà politica consacrata all’estinzione delle Marinerie Siciliane.
Questa Federazione, dichiara Natale Pipitone, Rappresentante della F.A.S. per la provincia di Palermo, ci tiene a precisare che pur ricevute velate minacce, soffriamo di una strana allergia alla forza intimidatrice, non ci assoggettiamo a sistemi omertosi ed operiamo per quello che riteniamo sia giusto, Siamo consapevoli di essere umani dotati di intelletto, e che se sbagliamo abbiamo le capacità di ammettere i nostri errori, ma mai ci piegheremo ad uno stile consolidato nel tempo.
Prima o poi l’Autorità Giudiziaria farà piena luce su quelle che oggi sono vere e proprie anomalie visibili e invisibili.
Nel Porto di Acitrezza è stata registrata un’intervista per una nota trasmissione nazionale e, il Presidente della F.A.S. in diretta TV ha detto chiaramente che, a parere di molti armatori, gli aumenti del gasolio, ingiustificati, visto che il prezzo “al barile è invariato rispetto al prezzo dello scorso anno, tutto questo disagio con danno è da considerare come una vera è propria azione mafiosa capace di condizionare l’economia e, dunque come dire che esiste una “ MAFIA ” – ” protetta ” che grazie a complicità di vario livello e, con artifizi e raggiri riesce a condizionare intere categorie produttive, ecc.
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