Oggi 16 agosto è san Rocco. Un tempo processioni venivano fatte ovunque in onore di questo santo, noto per essere il protettore degli appestati, ma invocato anche contro qualsiasi epidemia o gravissima malattia contagiosa. La sua popolarità si è accresciuta con la diffusione del coronavirus, tant’è che un recente studio – a quanto pare – ha individuato san Rocco come il secondo santo più invocato, dai cattolici europei, per ottenere la guarigione dal COVID-19.
In tutto il continente europeo, fin dal tardo medioevo, san Rocco è anche il protettore dei cani. Si narra che mentre il santo giaceva moribondo in una grotta, colpito dalla peste, un cane che si era accorto di lui lo aiutò a guarire portandogli ogni giorno un pezzo di pane rubato alla tavola del suo ricco padrone. Il cane è dunque uno degli attributi iconografici di questo santo, che è sempre rappresentato con le vesti da pellegrino.
Per quanto riguarda la cronologia della sua vita recenti indagini biografiche hanno accertato che nacque a Montpellier (tra il 1345 e il 1350) e morì a Voghera (tra il 1376 e il 1379) dopo aver viaggiato molto e visitato Roma ed altre città minori del nord Italia. Fu testimone di molteplici eventi storici e morì ingiustamente prigioniero. In circa trenta anni di vita fece talmente tante cose che qualcuno ha supposto che vi furono più “Rocchi” e che al celebre pellegrino francese, canonizzato poi come san Rocco, furono attribuiti complessivamente notizie, fatti e leggende, relativi alla vita di altri.
L’agiografia riferisce che san Rocco fu un gran taumaturgo. I suoi discendenti (lo scrive autorevolmente Giuseppe Pitrè) ebbero la facoltà di guarire. Questo dono, gratis dato dal santo ai sui eredi, ha un riscontro in altri doni simili concessi da altri santi ai membri della loro famiglia. Ne sono un esempio san Uberto (guarisce dalla rabbia), san Martino (quello del mantello) e santa Caterina da Siena (protagonista di un viaggio nel 1376 ad Avignone).
Si faccia attenzione: Rocco, Uberto, Martino e Caterina sono tutti personaggi che nascono in Francia o sono collegati a quella nazione, i cui re taumaturghi, come è noto, guarivano imponendo le mani gli scrofolosi (che malattia è la “scrofola”?). Mi domando: in forza di quale santo i sovrani francesi ebbero il potere della guarigione? Forse San Luigi? Oppure la tradizione risale a un tempo precedente?
Una curiosità per finire: Giovanni Verga nella novella “Guerra di santi” ambienta la vicenda in un paese non identificato del catanese e racconta di una processione con la statua di un santo. Indovinate chi era? San Rocco, naturalmente.
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