Spettacolo di danza spagnola e flamenco ieri sera nell’arioso terrazZō del Centro culture contemporanee Zō, con spettatori accorsi per respirare un po’ di aria di mare ed applaudire le “Corde spagnole” di Fabrizio Calanna, Daniela Campione (anche coreografa dei movimenti di gruppo), Sara Sanfilippo e Kiko Khani.
I quattro ballerini, accompagnati alla chitarra da Matteo Greco, con movimenti sinuosi del busto, colpi di tacchi e suon di nacchere, hanno affrontato con grande carattere ed espressività il flamenco “ortodosso” e quello “contemporaneo”. Negli assolo hanno proposto coreografie ideate da loro stessi, dimostrando che il flamenco è una danza astratta, che non racconta storie ma stati d’animo, emozioni, come la gioia e la rabbia, la solitudine e la passione.
Particolare capacità interpretativa e perizia tecnica hanno mostrato le due veterane del flamenco catanese: Daniela Campione e Sara Sanfilippo (quest’ultima ha introdotto nel suo assolo movenze da “aristocratico” balletto classico) mentre le canzoni di sottofondo e gli elementi visivi – scialli, nacchere, fogge andaluse in rosso e nero – amplificavano il carattere di quella danza, le cui movenze sono icona della cultura spagnola.
Come fuori programma è apparsa in scena anche una sconosciuta ballerina in abito rosso che ha danzato sulle note della tipica musica per corrida: il celeberrimo pasodoble España cañí (Spagna gitana) del compositore Pascuale Marquina (1873-1948).
Il flamenco e Catania ha un suo pubblico. Una ventina di anni fa la cultura iberica era di casa in via Pantano, dove esisteva un centro in cui si parlava, si mangiava e si ballava spagnolo. Lo spettacolo di ieri sera ha portato un pezzo di Siviglia sotto l’Etna.
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