Lo scorso fine settimana a Catania è andata in scena una messa funebre, eseguita in perfetta e tragica corrispondenza con la situazione politica cittadina.
Mentre a Palazzo degli Elefanti si diffondeva la notizia dell’imminente sciagurato allontanamento del commissario straordinario Federico Portoghese, al Teatro Massimo Bellini risuonavano, meste e lugubri, le note della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi; il palco reale vuoto come sempre e, simbolicamente, più buio che mai.
Penombra anche sul palcoscenico, dove il sovrintendente Giovanni Cultrera ha commemorato lo scomparso direttore Gianluigi Gelmetti, a cui – assieme alle componenti artistiche, tecniche ed amministrative del teatro – ha dedicato il capolavoro verdiano, scritto nel 1874 con tecniche operistiche capaci di trasmettere un dolore potente e drammatico.
Teatro strapieno ed applausi per gli esecutori della difficile partitura. Alti livelli di abilità hanno dimostrato il Coro (maestro Luigi Petrozziello) e Orchestra del TMB, diretti dal tedesco (era stato sullo stesso podio anche nel Concerto di Capodanno), che raccoglie la difficile eredità di Gelmetti in qualità di direttore ospite principale.
Le parti vocali soliste, impegnative per le gamme sia alte che basse richieste, oltre a passaggi veloci e virtuosistici, sono state affrontate da Leyla Martinucci, soprano; Alessandra Volpe, mezzosoprano; Samuele Simoncini, tenore; Ramaz Chikviladze, basso.
Il prossimo concerto in programma al Teatro Massimo Bellini, il 20 e 21 gennaio, sarà anche in perfetta corrispondenza con la cronaca e, in particolare, con la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro: una vittoria della magistratura inquirente e delle forze dell’ordine; una tappa importante nella lotta contro la mafia, lotta che vide in prima linea il giudice Rosario Livatino a cui è dedicato “Sub Tutela Dei” con musiche di Matteo Musumeci e testi di Vincenzo Vitale. Dirige Aldo Sisillo.
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