Domattina a Catania i giovani e meno giovani del movimento ecologista Fridays for Future si daranno appuntamento in piazza Roma per un corteo di protesta che si snoderà sino a piazza Università. Nelle stesse ore della manifestazione catanese anche in altre città gli attivisti si raduneranno per lo Sciopero globale per il clima.
Le tematiche ambientali richiamano l’attenzione dei cittadini, ma anche di Bruxelles che dice basta all’ambientalismo di facciata (greenwashing). L’Unione Europea a giorni emanerà infatti una direttiva per vietare le pubblicità ingannevoli e falsamente ecologiste.
Le aziende, in pratica, non potranno più raggirare i potenziali clienti inducendoli a credere che un marchio è impegnato nella tutela dell’ambiente molto più di quanto non lo sia in realtà. Il severo giro di vite su ogni forma di pubblicità ingannevole riguarderà la veridicità di slogan – come “verde”, “amico dell’ambiente”, “sostenibile”, “ecologico” – usati per incrementare le vendite.
La direttiva dell’UE (sinora però si conosce soltanto la bozza) concederà alle aziende soltanto dieci giorni di tempo per comunicare dati ed evidenze concrete che giustifichino le dichiarazioni ecologiste apposte sui prodotti pubblicizzati. Potranno incorrere in sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive se continueranno a dichiarare credenziali ambientali gonfiate.
Gli slogan ecologisti vaghi ed evocativi fondano la fortuna commerciale di tante aziende che fanno leva sulla buona fede degli acquirenti, soprattutto di quelli che hanno una coscienza ambientalista e sono seriamente preoccupati dei pericoli conseguenti al riscaldamento globale.
La direttiva UE sulle dichiarazioni ecologiche, prevista per marzo, costringerà le aziende a conformarsi ad un nuovo quadro giuridico. Spariranno le dichiarazioni ambientali vaghe, fuorvianti, infondate o addirittura false apposte sui prodotti.
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