L’isola di Mozia o di San Pantaleo posizionata dentro la laguna dello stagnone a Marsala, al centro tra le saline di Marsala e l’isola lunga , che delimita la laguna con il mare.
Mozia è stata tra il IX e VIII sec. A.C. uno dei primi insediamenti dei Fenici in Sicilia, dedicandosi al commercio e alla produzione della porpora, grazie anche ai molluschi Gasteropodi, da dove attraverso un laborioso e complicato processo si estraeva appunto la colorazione tanto ricercata nell’antichità
L’insediamento raggiunse la massima espansione sui circa 40 ha dell’isola intorno al v sec. A.c., anche perché proprio in quel periodo si completò la seconda cinta muraria larga ben 5 metri che doveva proteggere l’isola e i suoi 12-15mila abitanti, divenuti ricchi, grazie al commercio, dall’espansione dei greci provenienti da Siracusa.
La caratteristica di questa isola fu anche la costruzione sul lato nord, di una strada larga quanto due carri messi assieme fino alla terra ferma nel punto più basso dello stangone che permetteva un rapido accesso alla terraferma, strada che nei periodi di bassa marea è ancora oggi visibile.
Nel 397 l’isola fortezza di Mozia dopo un lungo assedio da parte delle truppe siracusane di Dionigi fu distrutta e i sopravvissuti fondarono la citta di Marsala (Lilybaeum).
Nei primi anni del 900 un Inglese di nome Joseph Spatafora Whitaker , di origini Inglese era l’8° figlio di Joseph Whitaker, commerciante di vino che assieme a Vincenzo Florio iniziarono ad esportare il vino Marsala in tutto il mondo, ma Siciliano di nascita acquistò l’isola di Mozia non solo per i suoi vigneti, ancora esistenti ma per dedicarsi prima allo studio di ornitologia, di cui era un appassionato poi iniziando una serie di scavi archeologici che misero alla luce i primi reperti di storia gloriosa dell’isola; la Porta Nord e quella Sud, parte delle necropoli, scavi che continuarono anche dopo la sua morte.
Withaker fece costruire una struttura, ancora esistente, per ospitare il Museo dove mettere tutte le scoperte dell’isola.
Dal 1971 quando l’ultima rampolla della famiglia mori, l’isola viene gestita dalla fondazione Withaker, che porta avanti gli scavi con varie università , e gestisce tutte le attività dell’isola Museo compreso.
Nel 1979 durante una campagna di scavi sull’isola venne scoperte una statua quasi totalmente integra chiamata il “giovane di Mozia “unico esempio “stonato” di arte greca.
Le rappresentazioni marmoree Greche erano nude questa invece è coperta di una tunica aderente al corpo con tracce di colore porpora .
Questa statua fu il primo esempio (finora)di pubblicità di un prodotto,la porpora appunto .
Oggi Mozia non è solo il museo o gli scavi ma è anche pace, silenzio, natura un luogo dove gli esperti di botanica possono trovare specie in via di estinzione , dal 2006 fa parte del Patrimonio dell’Umanità
Però l’isola non è valorizzata, la luce viene prodotta con i generatori, forse tra poco finalmente un cavo verrà posto sotto la laguna per portare l’energia da Marsala.
Spesso si preferisce togliere l’isola e il suo museo dai giri turistici che si fermano a una gitarella in barca senza approdare sull’isola.
Questa mancanza di programmazione turistica fa si che tanti turisti che vanno a vedere le cantine di marsala, le sue saline, si perdono l’unicità di bellezza naturale e storica dell’Isola di Mozia con ricadute economiche negative non solo sulla gestione dell’isola ma anche nell’indotto della terra ferma.
Mi auguro che in un prossimo futuro soprattutto noi Siciliani ci avviciniamo solo un po’ ad ammirare la storia di Mozia rimasta intatta per secoli.
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