Lidia Schillaci, Alessandra Pipitone e la Women Orchestra trascinano nel “Futura”

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Lidia Schillaci, Alessandra Pipitone e la Women Orchestra trascinano nel “Futura”

La Women Orchestra, Alessandra Pipitone e Lidia Schillaci sono state le protagoniste per quasi due settimane a cavallo fra luglio ed agosto di quattro concerti memorabili dedicati a Lucio Dalla.

Il tour intitolato “Futura, donne per Lucio” , tributo di eccellenza al compianto cantante, ha preso il via da Castellammare del Golfo ed è stato prodotto da Rosario Sabatino e A.S.C. Production e Quintosol Production; è proseguito a Petralia Sottana, Aci Bonaccorsi e PIazza Armerina, in location di fascino assoluto. Quindici i brani scelti proposti al pubblico fra le melodie più note e dense del senso dell’anima, profonda, circondata dal mare, imbevuta di miracolo. Gli arrangiamenti davvero straordinari sono di Fabrizio Lamberti per quanto riguarda la parte pop, e Valter Sivilotti per la parte sinfonica, coadiuvati da Daniele Russo e Salvatore Sabatino.

La Women Orchestra è una orchestra composta solo da elementi femminili, nata da un’intuizione illuminata della Direttrice d’orchestra Alessandra Pipitone che nel 2017, in occasione della nefasta ricorrenza della Giornata contro la violenza alle donne, pensò di veicolare messaggi sociali rivolti ad argomenti che nel mondo purtroppo vedono protagoniste/vittime le donne. Si tratta di maestre  preparatissime, con esperienze e lunghi studi alle spalle, magnifiche donne lontane dagli standard ambigui costruiti dal mondo dello spettacolo che impone modelli stereotipati di bellezza posticcia. Sono professioniste, ma anche madri, mogli, compagne che non trascurando i ruoli familiari, hanno scelto di affermarsi anche professionalmente. Io le ho viste ed ammirate in occasione della data catanese nell’ambito della Rassegna “Teatro in Corte” a Palazzo Cutore di Aci Bonaccorsi.

Increduli gli spettatori della virtuosa cittadina, che alla fine dello spettacolo hanno tributato il proprio consenso con un boato di applausi, trattenendo cantante, direttice ed orchestra sul palco invocando un interminabile bis.

Meravigliose, sono entrate le musiciste, il gruppo pop e il coro, con grazia e prendendo il proprio posto: fiati, archi, percussioni, pianoforte, chitarra e basso; poi in un elegante e colorato smoking è arrivata Alessandra Pipitone, direttrice d’orchestra di natali trapanesi; Lidia Schillaci, palermitana, infine è sopraggiunta occupando la scena. Se ciò che si era assunto sino a quell’istante era in concetto di bellezza in un numero vario di donne varie, subito dopo si è qualificato anche per la bravura grande, specifica, espressiva.

Conosco Alessandra Pipitone, già vista dirigere la Traviata di Salvo Dolce nel 2021 al Teatro Greco di Taormina, e il Concerto della Women Orchestra al Senato, sempre nel 2021, tributo alla Giornata contro la Violenza sulle donne; pur non seguendo “Tale e quale show”, avevo fatto una immersione totale guardando tutte le straordinarie imitazioni di Lidia Schillaci, sia nell’edizione del 2019 che in quella del 2020. Sapevo che quella sera si stava preparando una performance corale, somma della professionalità di un eccellente gruppo di donne, ma (dai commenti in uscita degli spettatori) non credo che la gran parte delle persone si aspettasse un tale livello. Applausi, infiniti, bis chiesto già a metà concerto, il pubblico, insomma, le avrebbe trattenute ancora sul palco per assistere al doppio dello spettacolo, già a lungo prottattosi.

Siamo abituati ai tributi di chiunque si senta ispirato a farli perché l’industria dello spettacolo guadagna interessanti proventi dall’allestimento di talent (non tutti) e si scivola sulla pericolosa illusione che chi partecipa, chi vince può essere lanciato perché preparato e di talento. Purtroppo così non è: l’arte è un dono divino, chi  possiede il talento deve ammettere l’utilità dello studio e dell’esercizio, altrimenti dopo qualche ospitata, dopo qualche piazza, si viene risucchiati nel famelico anfratto delle meteore. Lidia Schillaci nel 2020 vinse Tale e Quale, portando sulla scena miti irraggiungibili che lei riuscì ad emulare perfettamente arricchendo le performance con quelli che sono stati anni di studio, preparazione, conoscenza. Talento grande anche nel non abbassare mai la guardia e l’attenzione: con istantanei gesti, brevissimi messaggi, si raccordava con il gruppo pop, oltre a non perdere mai di vista il gobbo (guidato da un’altra donna) dal quale leggere e non dimenticare ogni singola persona coinvolta nel tour.

Meravigliose creature sul palco del Palazzo Cutore, occasione rarissima di assistere alla visione di uno scenario magico, sospeso fra cielo e terra: eleganti, meravigliose, ognuna con passo sicuro verso il proprio talento, protese e determinate ad occupare il proprio spazio sul palco come nella vita. A guardarle, ascoltarle, non sono riuscita a non pensare a come le donne possano qualificarsi da sole, esprimendo l’essenza, senza altri affiancamenti. Un’immagine forte che oltre ad ogni sentimento romantico, suscita approvazione, ammirazione, coraggio, isprazione.

E questo magnifico organismo ha portato in scena “un amico” (come ha detto Lidia Schillaci), le sue canzoni belle, il suo amore per le donne nelle quali egli riconosceva la misura dell’Anima. La voce dell’interprete (grazie anche ai meravigliosi arrangiamenti) le ha magnificate di una energia nuova, quella del talento unitamente alla forza del ricordo: la forza de “La settima Luna”, la nostalgia di “Anna e Marco”, la sinfonia de “La sera dei miracoli” e l’allegria di “Attenti al lupo”. Ogni sentimento è stato al contempo arrangiato, adattato alla voce della cantante, stupendo animale da palcoscenico, intrattenitrice brillante. Alessandra Pipitone, attenta ad  ogni sfumatuta, genitrice originale di quest’ensamble, ha sfoderato l’ennesima grazia, l’ennesima competenza, guida attenta e allo stesso tempo direttrice compiaciuta. Alessandra non nuova alle complicità artistiche (nel 2022, insieme ad Alessia Cotta Ramusino ha creato l’evento “#Centodonnevestitedirosso“), incontrando Lidia Schillaci ha avuto la percezione che qualcosa di nuovamente importante per la musica si potesse realizzare. E così è stato.

Per raccontare la sensibilità di Lucio Dalla, dei suoi testi poetici e delle sua sperimentazione musicale- racconta la Schillaci– abbiamo voluto puntare sul talento di artiste tutte donne, per esaltare ancor di più quella capacità di leggere nella profondità dell’essere umano spesso tipicamente femminile, o comunque associata al lato femminile della coscienza di ciascuno. La volontà è quella di dare al contempo un messaggio importante di emancipazione femminile reale, oltre i pregiudizi e gli stereotipi che ancora oggi sono radicati nella nostra società”.

 

 

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