Gli ultimi dati del Ministero dell’Interno dicono che a Catania nel 2022 gli sfratti sono stati del 263,08% in più rispetto al 2021.
Questi dati interessano più di 10 mila persone, mentre non esiste alcun piano comunale di edilizia residenziale e le graduatorie di quelle che impropriamente vengono definite CASE POPOLARI sono un inferno per chi subisce l’umiliazione di essere da anni, da decenni, in attesa di una soluzione abitativa che non arriva. Intanto, in queste ore, dalla stampa apprendiamo questa dichiarazione di Enrico Trantino, sindaco di Catania: “Il patrimonio immobiliare del Comune non è mai stato censito, molti beni non sono ancora neanche catastati e stiamo valutando un incarico esterno per rimediare al tempo perduto”.
Davanti a cotanta annosa strafottenza nei confronti delle
numerosissime famiglie strozzate dagli affitti sempre più cari o dalle rate del mutuo, che sono state o stanno per essere sfrattate con l’impiego di polizia e carabinieri o la cui casa rischia di venire pignorata da una banca; alle studentesse e agli studenti cui non è garantito nessun posto in Studentati Pubblici, fino a chi una casa propria non ce l’ha ed è costretto ad arrangiarsi, a dormire per strada, sotto i portici, nei giardini pubblici, nei sottoscala, in auto, è necessariamente urgente ricomporre quella classe sociale a cui è stato negato il Diritto all’Abitare, il Diritto alla Casa.
Contro tale negazione è legittima l’occupazione delle abitazioni pubbliche vuote perché quello che è un reato per il sistema del profitto, per i senza casa è la riappropriazione del diritto all’abitare.
Giovedì 19 ottobre, in occasione della giornata nazionale di lotta in favore del Diritto all’Abitare e alla Casa indetta da ASIA USB, a Catania, ore 9:30, PRESIDIO davanti alla palazzina occupata di via Calatabiano n. 49 dove tante famiglie, con minori e disabili, rischiano lo sgombero e di ritrovarsi per strada.
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